AS ROMA NEWS MOURINHO – Più che dicembre inoltrato, in Algarve sembra di essere in Primavera. Ieri la temperatura ad Albufeira oscillava sui 20 gradi. Più mite certamente dell’umore di Mourinho. Il 3-0 subito contro il Cadice, non è andato giù al tecnico. Bastava vederlo in panchina durante il match, in piedi, braccia conserte, impassibile anche a qualche entrata un po’ troppo dura degli spagnoli, per avere l’impressione di qualcosa che non va, scrive Il Messaggero.
A preoccuparlo non è l’episodio singolo o la serata storta che può capitare. Ma una somma di atteggiamenti che vede la Roma aver staccato la spina da tempo. E più questo scorre, più difficile è riattaccarla. La brutta figura rimediata con la squadra penultima nella Liga spagnola, si somma alle due in terra giapponese con altrettanti pareggi strappati in extremis contro club di livello molto inferiore rispetto ai giallorossi.
La rosa appare svogliata, lenta, ferma sulle gambe, con il solito canovaccio prevedibile al quale si sommano gli errori reiterati dei singoli. Tra i 12 giorni di vacanza e il viaggio in Giappone – che l’allenatore si sarebbe risparmiato – il tempo per allenarsi realmente, è stato minimo. Sarà forse per questo che ieri Mou ha preferito, anziché effettuare il canonico defaticante post-gara, far allenare il gruppo sulla parte atletica, alla quale poi aggiungere esercitazioni di uscita palla al piede su pressione avversaria, alternando partitelle 4 contro 4 (con e senza portieri) preferibilmente ad un tocco, volte ad aumentare l’intensità, relegando gli infortunati al lavoro individuale (Wijnaldum, Darboe e Tahirovic la mattina, Belotti nel pomeriggio).
Roma-Bologna è tra poco più di due settimane (16 giorni) e per almeno 4 giorni la squadra non si allenerà (23, 24, 25 e probabilmente il 31). Se si sommano le 2 partite che restano – propedeutiche per il tecnico a mettere nelle gambe un minimo di ritmo – ci sono appena 10 giorni di allenamento per ritrovare la condizione. Per riabbracciare Rui Patricio basterà invece attendere martedì mentre per Dybala la speranza è rivederlo dopo Natale. Proprio il ritorno di Paulo appare propedeutico per far tornare il sorriso alla Roma ma soprattutto a José (orfano anche del vice Foti, rimasto in Italia per effettuare il corso di allenatore a Coverciano).
Tra il caso Karsdorp, apparentemente rientrato in attesa di gennaio, il mercato invernale che non si annuncia foriero di colpi, le voci sul pressing del Portogallo nei confronti dello Special, è come se la squadra vivesse in una bolla. Dalla quale trapela un nervosismo di fondo che non si evince soltanto dall’espulsione di Viña o dalla rissa finale con protagonisti Cristante e Celik contro il Cadice. Il fatto di non concedere nessuna zona mista nel post-partita, di blindare l’allenamento e rafforzare la sicurezza attorno al campo e davanti al resort dove alloggia la Roma: sono tanti, piccoli segnali di poca tranquillità. Quella che poi si manifesta in campo.
Svilar, ad esempio, continua a commettere almeno un errore grave a partita. Era accaduto in Giappone (in 2 delle 3 reti subite dallo Yokohama), il copione si è ripetuto venerdì sul gol di Bondonga e su un rinvio sbilenco nel primo tempo sui piedi di Alejo che soltanto la scarsa mira dell’attaccante, a porta vuota, lo ha salvato da una figuraccia. Se per un portiere è difficile giocare a singhiozzo, appare comunque difficile pensare a come gli si possa dare fiducia anche nei match iniziali di coppa Italia. Perché se non è tranquillo il ragazzo, figuriamoci come può dispensare serenità al reparto.
Abraham continua ad essere la controfigura di se stesso. Non tira (contro il Cadice solo una girata), non fa salire la squadra, non partecipa al gioco, nascondendosi tra i due centrali avversari. Prima almeno si lamentava chiedendo il pallone, l’altra sera nemmeno quello. Spinazzola appare in ritardo sulla tabella di marcia. E avere Leo o non averlo, fa tutta la differenza del mondo. Il centrocampo propone il solito spartito e anche il tentativo di difendere a quattro in corsa, è durato così poco (per il rosso a Viña) che andrà certamente rivisto. Magari con il Casa Pia domani, squadra che potrà strappare un sorriso per il nome ma che nella Liga portoghese è dietro alle 4 big. Evitare un’altra brutta figura è il minimo. Iniziare a proporre qualcosa di diverso, anche senza Dybala, è invece necessario.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA