Roger Ibanez

AS ROMA NEWS IBANEZ BRASILE – Adesso di quei tre passaporti ne userà uno solo, quello brasiliano. Perché ieri Roger Ibañez è stato convocato per la prima volta dal Brasile, con il c.t. Tite che lo ha inserito nella lista dei 26 giocatori che affronteranno in amichevole Ghana (23 settembre a Le Havre) e Tunisia (il 27 a Parigi). E lui, che ha anche il passaporto uruguaiano (per via di Valeria, la madre) e quello italiano (grazie ai suoi avi) ora non ha più dubbi per quale nazionale giocherà, scrive La Gazzetta dello Sport.

“È uno dei giorni più belli della mia carriera – ha scritto su instragram il difensore della Roma – Sognavo di indossare la maglia del Brasile fin da bambino: ora è realtà, una felicità immensa, frutto del lavoro. Grazie a tutti coloro che hanno contributo a questa cosa. Il lavoro continua, andiamo avanti!”. Come nella Roma, dove è l’unico finora che ha giocato ogni partita.

Di quei 26 giocatori ben 23 giocano in Europa. Tra questi appunto Ibañez, che si contenderà il posto con altri quattro difensori centrali: Bremer (Juventus), Militão (Real Madrid), Marquinhos (Psg) e Thiago Silva (Chelsea). Insomma, una concorrenza di altissimo livello, ma per ora è importante anche solo esserci. “Abbiamo parlato con i tecnici delle giovanili e guardato le sue partite – ha detto Tite – Ho contattato anche Mourinho, che mi è stato di grande aiuto. Ibañez può giocare sia con la linea a tre, sia con quella a quattro. E a volte anche terzino. La sua crescita è fondamentale”.

Del resto, Roger aveva sfiorato quella maglia anche la scorsa stagione, quando era stato convocato per l’Olimpiade, ma declinò su consiglio di Mourinho. “Lui sapeva quanto ci tenessi, ma mi aveva anche avvertito che senza ritiro dopo avrei dovuto recuperare il terreno perduto. Io sarei andato, la Roma ha deciso che era meglio di no. Va bene così”, disse tempo fa.

Dopodiché è arrivata proprio l’occasione di poter far parte dell’Italia di Mancini (e il regolamento consente ancora una speranza di vederlo con la nostra nazionale). “Io mi sento brasiliano, ma vedremo cosa succederà – disse lui – Tante squadre naturalizzano i giocatori, il calcio è cambiato”. Aggiungendo poi un paio di mesi dopo, subito dopo lo scorso Natale. “Sono brasiliano ma è una cosa su cui dobbiamo ancora riflettere…”. Insomma, una piccola retromarcia rispetto alla precedente apertura. Evidentemente ad Ibañez erano già arrivati dai segnali, sapeva che Tite lo stava seguendo. Ora che il sogno è realtà, sta a lui tenerselo stretto.



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