Che bella questa sosta con le due romane insieme al terzo posto, in piena zona Champions e con licenza di sognare. Più ampio il sorriso della Lazio, ovvio, perché ha obiettivi meno ambiziosi dei giallorossi, ma la vittoria sull’Inter può rappresentare la svolta per il campionato della Roma proprio come il trionfo di Udine per la Biancoceleste.

IDENTITA’ TATTICA Dopo tante prove, i due allenatori hanno trovato la formula giusta. Spalletti è tornato al suo adorato 4-2-3-1 e contro l’Inter ha funzionato. Ora serve la controprova in trasferta, dove la Roma ha racimolato un solo punto in tre gare. A sua volta Inzaghi ha cambiato 5 moduli in 7 partite, ma il 4-1-4-1 di Udine sembra l’ideale per garantire equilibrio senza svilire la predisposizione offensiva della squadra, con i velocisti Anderson e Keita liberi di aggredire sulle fasce.

L’INTUIZIONE Spalletti ha sorpreso de Boer con Florenzi utilizzato alla Perrotta, da trequartista incursore alle spalle del centravanti. D’altronde già nella stagione 2008-2009, quando il jolly romano giocava nella Primavera, il tecnico toscano nelle partitelle di Trigoria lo schierava con la prima squadra proprio così, da trequartista nel 4-2-3-1. Certo fa effetto che poi in Europa League, in quel ruolo, Spalletti si affidi a Totti, che ha qualità “leggermente” diverse. E Inzaghi ha trovato in Parolo il vice-Biglia più affidabile: «La ricetta è correre tutti e giocare l’uno per l’altro», dice l’azzurro, ormai leader della Lazio.

I PROTAGONISTI Le idee di Spalletti e Inzaghi contano, ma sono i gol di Dzeko e Immobile a muovere la classifica. Il bosniaco era partito così bene (5 gol in 7 presenze, un gol ogni 108’) solo nel City di Mancini nel 2012-‘13 e sta trasformando i fischi in applausi. Significativa la rabbiosa reazione – contro i critici a oltranza di Dzeko – da parte di De Rossi dopo la rete del compagno: diciamo che il suo era un invito a credere di più nelle doti del centravanti. Di sicuro nella Lazio tutti credono nelle qualità del tridente Anderson-Immobile- Keita: “Ciro – sottolinea Parolo – è un grande attaccante, può segnare un gol ogni due partite”. Ma il vero segreto è il ritrovato de Vrij, un gigante in difesa. Come dall’altra parte il suo connazionale Strootman a centrocampo: due recuperi che fanno la differenza, gli “acquisti” migliori.

PUNTI DEBOLI La Roma, prima per numero di gol, assist, tiri e seconda nei cross, ha invece dati disastrosi in difesa, che Spalletti non è ancora riuscito a sistemare. La Lazio è alle prese con troppi infortuni (ieri Bastos e Biglia in Paideia hanno iniziato la terapia con il dottor Rodia e specialisti doc). Poi l’età media bassa è un pregio ma può diventare un difetto: l’esperienza in Serie A conta, eccome. Per entrambe, il problema del fattore campo: l’Olimpico mezzo vuoto alla lunga può penalizzare le due squadre.

CALENDARIO La Roma ha giocato in casa una volta più della Lazio, che ha già affrontato Juve e Milan e dopo la sosta aspetta il Bologna. I giallorossi tra le big hanno sfidato Fiorentina e Inter, più il Toro fuori: ora dovranno superare l’esame Napoli al San Paolo. Il derby è in programma il 4 dicembre, dopo altre sette partite: presto per farsi divorare dall’ansia.

(La Repubblica – G. Cardone)



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