(Il Tempo – F. Magliaro) L’attesa andava avanti da fine settembre, dalla prima seduta della Conferenza dei Servizi che sta esaminando il nuovo progetto – la versione Raggi – dello Stadio della Roma di Tor di Valle. Attesa finita: la nuova seduta è stata convocata ieri. Riunione fissata per venerdì 24 novembre, in Regione. E il 22 novembre sarà l’ultima data utile per i rappresentanti unici delle quattro Amministrazioni coinvolte – Stato, Regione, Città Metropolitana e Comune – per presentare il loro parere finale.
Parere che la Regione chiede sia espresso “in modo chiaro, univoco e vincolante,in termini di assenso o dissenso”. Specificando, per giunta, che, in caso di parere favorevole, esso sia redatto in “un unico atto che espliciti ogni autorizzazione, permesso o atto di assenso, comunque denominato” mentre se fosse di dissenso, che contenga chiare motivazioni. Chiarezza richiesta anche qualora siano inserite “prescrizioni o condizioni eventualmente indicate ai fini dell’assenso (o del superamento del dissenso)”. Insomma, niente giochetti o meline. Quindi, il 24 tutti di nuovo intorno al tavolo per l’esame finale. Occhi puntati sulla mobilità: Ministero delle Infrastrutture e Regione Lazio in testa, ma anche Municipio e Città Metropolitana all’avvio di questa sessione dei lavori avevano avanzato ben più che perplessità sulla “visione” Raggi del progetto in relazione al taglio delle opere pubbliche (ponte di Traiano e investimenti per il trasporto pubblico locale) necessario per poter eliminare la cubatura delle tre torri di Libeskind.
Se queste perplessità saranno state superate, sciolti, quindi, i nodi sul trasporto pubblico e privato, il resto del progetto non dovrebbe incontrare grandi problemi a passare. A quel punto, l’ultima seduta dovrebbe servire a redigere il verbale finale che varrà anche come variante urbanistica che il Consiglio comunale dovrà ratificare nella prima seduta utile. Se tutto andrà bene, ci saranno ancora altri passaggi tecnici (soprattutto la convenzione urbanistica e le gare europee per le opere pubbliche) che potrebbero richiedere alcuni mesi di tempo, difficilmente meno di un semestre. Poi, finalmente, via ai cantieri.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA