Abdullhai Nura

(Il Tempo – E. Menghi) Fa un certo effetto, dopo la tragedia di Astori, sapere che un ragazzo di 20 anni deve fermarsi per la seconda volta in poco più di 2 anni per problemi al cuore. Nura, il «fenomeno» portato da Sabatini alla Roma nel 2015 non riesce a sbocciare per colpa dei continui intoppi nella sua giovane carriera. L’ultimo mercoledì 28 febbraio, prima che il calcio chiudesse i battenti per la scomparsa del capitano della Fiorentina, ma il club giallorosso ha comunicato solo ieri che dalla visita cardiologica «sono emersi reperti che hanno reso necessario un periodo di riposo di 30 giorni, dopo il quale verranno ripetuti gli accertamenti». Un mese di stop obbligato per il terzino prestato a gennaio al Perugia: dopo 3 apparizioni era stato depennato dalla lista dei convocati per Vercelli e nessuno aveva saputo trovare una spiegazione. Il perché lo ha chiarito la Roma, mentre a Pian di Massiano Breda si limitava a dire che «Nura non è disponibile».

Il motivo, purtroppo, non è nuovo: nel 2015 gli era stata riscontrata un’aritmia cardiaca e dopo un esame invasivo era stata accantonata l’ipotesi di un intervento e con una cura antinfiammatoria la miocardite era scomparsa. Da lì in poi il terzino si è sottoposto ai controlli ogni 6 mesi ed è così che è stata scoperta la nuova anomalia. La sfortuna lo perseguita, Nura in passato è stato operato al legamento crociato che si rompe di meno, il posteriore, poi ha riportato una lesione alla coscia da 2 mesi di stop. La Roma crede in lui, a settembre gli ha rinnovato il contratto fino al 2021.



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