Luciano Spalletti, allenatore della Roma

Inutile girarci attorno. Spalletti e la Roma si giocano la stagione (e il futuro) in una notte. A meno di uno scudetto miracoloso, le possibilità di riaprire finalmente la bacheca di Trigoria passano per la Coppa Italia. E la scelta di Spalletti, ormai quasi scontata, di lasciare la panchina a fine stagione potrebbe tornare in discussione solo grazie a una rimonta da sogno stasera. Alla vigilia, nonostante si respiri la tensione tipica del dentro-o fuori, il tecnico preferisce mettere da parte le solite polemiche, non nomina mai la Lazio e chiede alla sua squadra di usare la testa.

Col Lione diede il 60%di possibilità alla Roma. Stavolta?
«La percentuale è a loro favore, sono stati più bravi e sono in vantaggio. Ma noi giochiamo per passare il turno e siamo convinti di poterlo fare».

Basterebbe la prestazione fatta con i francesi?
«No, visto che non ci siamo qualificati. Di quella gara dobbiamo avere la stessa intensità ed equilibrio. Quando perderemo palla sarà fondamentale per non subire le ripartenze che si addicono alle qualità dei nostri avversari. Non sarà facile, loro sono una squadra forte e hanno la tranquillità di giocare con il risultato d’andata che li supporta. Noi abbiamo la capacità mentale di poter forzare la partita e nello stesso tempo utile a non cascare nei tranelli di un derby».

Dopo la gara sarà più chiaro il suo futuro?
«Al termine della partita se ne può parlare. Questa sfida è fondamentale per la Roma, l’allenatore, l’ambiente, può determinare molto e i miei calciatori debbono saperlo. Il mio tentativo era motivare la squadra e non farla pensare ai programmi futuri. So che i calciatori mi vogliono bene e se possono determinare il mio futuro, faranno di tutto. C’è la possibilità di mettere la ciliegina sulla torta già gustosissima. Io non tiro a campare, tiro a vivere. Sul contratto se ne è parlato già troppo, di conseguenza ora si va dritti fino a giugno».

Quanto può incidere la Curva?
«Molto, ma noi dobbiamo creargli le condizioni per essere determinanti e mostrare a loro il modo giusto di stare in campo. Con la voglia che hanno, riusciranno a trasferirci tanta roba. Ma il primo passo tocca a noi, affinché “succhino” la palla dentro la porta».

Arbitra Rizzoli. Scelta giusta?
«Tutti i nostri direttori di gara sono di assoluta qualità per cui sto tranquillissimo. Spero di riuscire ad avere un tempo effettivo vicino alla normale media. Alcune partite si giocano 50 minuti, altre 58-60: sarebbero fondamentali quei 10 minuti in più in una partita così».

Il discorso scudetto è ancora aperto?
«Dopo il derby si aprirà una storia altrettanto bella. Dopo il pareggio di domenica al San Paolo, la Roma ha fatto più punti di tutti nel girone di ritorno. È un dato di fatto, sia noi che i nostri avversari nel derby ci siamo costruiti le possibilità per un futuro importantissimo, per cui non finisce qui. Ma la partita fondamentale è stasera».

(Il Tempo – A. Austini)



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