Edin Dzeko

(La Repubblica – F. Bocca) È finita con i giocatori della Samp che hanno fatto salti e sono esplosi di gioia, gustandosi la soddisfazione di essersi presi l’Olimpico. Ed è finita con una bordata di fischi rivolta ai giocatori della Roma come da tempo non se ne sentivano. Infuriati per il ko in casa con la Samp i tifosi – dopo aver contestato all’inizio Pallotta e la società, con tanto di faccia del presidente stampata su dollari falsi – hanno chiesto che i giallorossi andassero sotto la curva. Ma quelli giustamente hanno tirato dritti negli spogliatoi a riflettere sconsolati su quanto sta avvenendo.

La Roma è in crisi, è da prima di Natale ormai che non vince una partita, e le ultime sei sono state addirittura un tormento. La classifica è precipitata, e l’unica consolazione è che anche la Lazio ha perso e l’Inter tutto sommato ha i guai suoi. Il tutto mentre le notizie del calciomercato e l’affare Dzeko stanno destabilizzando la squadra di Di Francesco, che ormai segna rari gol col contagocce. Non ha giocato una bruttissima partita la Roma, ma la Samp è stata più cinica e alla fine le è stata superiore. In ogni caso non sempre può accadere che la partita la raddrizzi con un gol all’ultimo istante, come era successo nel recupero sempre con la Samp tre giorni prima. Dzeko è frastornato, gioca ma non vede la porta e soprattutto non vede il proprio futuro. È alla Roma o al Chelsea? È stata una partita di pesanti rinunce. Di Francesco ha dovuto rinunciare a Schick, ko proprio nell’ultimo allenamento prima del match. La Roma pur decisa a insistere con l’inserimento dell’attaccante ceco su cui ha puntato tutto, tanto da prendere in considerazione la cessione di Dzeko, non è riuscita né a metterlo in coppia col capocannoniere della scorsa stagione, né tantomeno a responsabilizzarlo e affidargli il peso dell’eredità dell’uomo gol impegnato per una trentina di milioni sul calciomercato.

La situazione tra l’altro si fa sempre meno gestibile e incresciosa. Dzeko è ancora lì in sospeso, regolarmente schierato in campo con tutte le incognite del caso, il ds Monchi ha preso tempo e se l’è cavata per ora con un laconico: «Può restare».

Anche Giampaolo per parte sua ha dovuto rinunciare al suo match winner. Fare a meno di Quagliarella – 16 gol in campionato – è stato perfino più pesante, obbligandolo a chiedere gol a Caprari. Anche se, alla fine, l’accoppiata Zapata-Caprari ha impegnato parecchio la difesa della Roma, perfino più di quanto non abbiano fatto Dzeko & C.sull’altro fronte. Alla fine Zapata ha deciso il match sfruttando anche un errore del giovane Antonucci, che stavolta buttato dentro invece di risolvere ha aperto la strada al gol della Samp. La Roma ha risentito molto delle pressioni nervose e della tensione che l’assilla in questo periodo di risultati miseri. Anche questo ha pesato sul rigore sbagliato da Florenzi, o freddamente annullato da Viviano, che poi è la stessa cosa. Nella Roma il rigorista è Dzeko, ma in questa stagione ne ha già sbagliati tre. Poi ci sono Perotti e De Rossi, ma erano in panchina, e infine El Shaarawy e Kolarov. «Chi scelgo scelgo male» ha detto sconsolato Di Francesco «ma dobbiamo almeno recuperare il 4° posto».



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