(Il Tempo – F. Magliaro) Alla fine è arrivato: il ricorso dell’immancabile Codacons contro il progetto dello Stadio della Roma di Tor di Valle. Depositato al Tar e annunciato alla stampa con una lunga nota, l’associazione dei consumatori guidata da Carlo Rienzi – la stessa che presentò ricorsi anche contro il progetto Della Valle per il restauro del Colosseo poi respinti in tribunale – ha impugnato «tutti gli atti amministrativi relati- vi alla realizzazione dell’opera, chiedendone l’annullamento alla luce sia di evidenti profili di illegittimità, sia dei costi a carico della collettività legati ad infrastrutture accessorie allo Stadio che saranno interamente finanziate dai cittadini».

Una lunga nota del Codacons spiega: «La Determinazione G18433 del 22 dicembre 2017 (quella che chiude la Conferenza di Servizi con tutte le prescrizioni, ndr), nonché le successive note oggetto di impugnazione, sono assolutamente illegittime poiché assunte dall’Amministrazione regionale in aperta viola- zione delle norme in materia di conferenza di servizi». Questa illegittimità, secondo il Codacons, è determinata dal fatto che «l’Amministrazione regionale ha demandato alle Amministrazioni interessate la verifica della documentazione progettuale rispetto all’ottemperanza delle prescrizioni impartite». Questo passaggio trasformerebbe, per il Codacons, «la stessa conferenza di servizi da luogo di semplificazione in strumento per dilatare il processo decisionale» visto che «la conferenza di servizi approva infatti un progetto che non può certamente dirsi “definitivo”, demandando ad un termine indefinito (in sostanza sine die) la conclusione della conferenza di servizi stessa».

Un rilievo, questo del Codacons, che non preoccupa minimamente la Regione che lo ritiene già superato. Poi si entra più nel merito: per il Codacons «Non si comprendono le ragioni per cui (il Ponte di Traiano, ndr) si debba realizzare con soldi pubblici essendo a completo beneficio di un’attività commerciale di una società, peraltro, quotata in Borsa». Peccato che il Ponte di Traiano, chiacchiere dei ministri Lotti e Delrio a parte, sia stato cassato dal progetto e che, quindi, non lo pagherà nessuno perché alla fine non verrà realizzato. Ma, per il Codacons, non basta: «Si apprende che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sta valutando la possibilità di finanziare la nuova infrastruttura (il Ponte di Traiano) con fondi Cipe. Dunque un’opera interamente privata (coprensiva di un centro commerciale) finanziata da fondi pubblici che potrebbe dare il via ad una serie di richieste future dei privati di farsi finanziare la propria opera mediante soldi pubblici, dato il precedente dello Stadio della Roma». Un ricorso presentato senza urgenza e senza richiesta di sospensiva, buono per guadagnare al Codacons un po’ di visibilità mediatica. Ancora il Codacons si con- centra sui tempi: «allo stato attuale, si prevede che lo Stadio possa essere realizzato entro settembre 2019, con contestuale apertura, mentre, il potenziamento della ferrovia Roma-Lido con rifacimento della stazione di Tor di Valle (intervento da ben 260 milioni di euro finanziato dalla Regione Lazio) sarà realizzato in maniera indipendente dalla costruzione dello Stadio e altrettanto indipendenti saranno la costruzione del Ponte dei Congressi e la costruzione del Ponte di Traiano». Detto che il Ponte di Traiano non c’è nel progetto, detto che lo Stadio non aprirà mai per settembre 2019, il Codacons dimentica che la Stazione di Tor di Valle sarà oggetto di intervento da parte dei proponenti in aggiunta a quello della Regione ma che i progetti del Ponte dei Congressi e del potenziamento della ferrovia Roma-Lido sono avulsi dallo Stadio, gestiti da altri soggetti, con finanziamenti indipendenti e che non possono essere posti in relazione con lo Stadio stesso.



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