Il coup de théâtre sul nuovo stadio della Roma è arrivato martedì sera, intorno alle 20. A quell’ora, tramite posta elettronica certificata, il Campidoglio ha spedito in Regione non il sospirato parere di conformità del progetto alla delibera di pubblico interesse ma un’integrazione documentale di 16 pagine con le relazioni di Dipartimento Mobilità e Trasporti, Urbanistica, Tutela Ambientale, Lavori Pubblici e Acea. Una melina, di certo meno elegante di quella di Liedholm, ma sufficiente ad allungare, come in un grande gioco dell’oca, i tempi. La Regione, infatti, ha comunicato che «si ritengono differiti i tempi di indizione della Conferenza di Servizi» e ha annunciato che «entro questa settimana avrà luogo un incontro tra gli Uffici competenti di Comune e Regione per definire il prosieguo dell’iter amministrativo, con l’obiettivo di indire la Conferenza dei Servizi nei tempi previsti». Tempi ufficialmente mai comunicati ma che, secondo gli uffici regionali, saranno comunque brevi.
Leggendo la lettera di accompagnamento, firmata da Annamaria Graziano, direttore dell’Urbanistica, e dall’architetto Vittoria Crisostomi, direttore della Trasformazione urbana, però, oltre che le carenze documentali nel progetto presentato, emerge anche la posizione della Giunta Raggi proprio sulla questione del pubblico interesse. È scritto, infatti: «Si è valutato che solo in sede di Conferenza di Servizi, componendo le questioni di merito individuate dai dipartimenti nel corso dell’istruttoria, anche con eventuali modifiche poste dagli altri Enti convocati, sarà possibile configurare per intero e in forma definitiva i caratteri della variante e di conseguenza il permanere dei profili di interesse pubblico, che saranno confermati o meno da un atto del medesimo organo che si è già espresso con la Delibera 132/2014 (quella del consiglio comunale proprio sul pubblico interesse, ndc)». In sostanza, la posizione della Giunta Raggi è: aspettiamo quello che esce della Conferenza di Servizi, soprattutto i pareri degli altri Enti. Finito l’esame delle carte, vediamo che ne esce prima di dire se il pubblico interesse viene confermato oppure no. E gli uffici dicono anche: spetta alla politica, nel caso, cambiare l’interesse pubblico in Consiglio comunale. E, finalmente, siamo in grado anche di verificare quali sono le carenze documentali che gli uffici capitolini hanno ravvisato nel progetto.
AMBIENTE – Si parte con il servizio cavi stradali che chiede l’esatta indicazione, numero e specie delle alberature da abbattere. Si passa poi al servizio aree fluviali che chiede «un puntuale approfondimento progettuale delle aree golenali e del Tevere che, benché esterni al perimetro, rappresentano un unicum territoriale». Per il servizio «sostenibilità e energie» manca la previsione dei consumi energetici su base annua. Per gli «scarichi idrici» manca una «risposta chiarificatrice» sul problema dello smaltimento delle acque industriali; mentre esprime parere negativo all’impianto di evapotraspirazione (per lo smaltimento di acque domestiche tramite le piante) perché è previsto «solo dove non sono presenti reti fognarie»; infine, «pur non essendo di competenza» del servizio scarichi idrici, si chiedono chiarimenti sull’«impatto della maggiore affluenza delle acque meteoriche». Il servizio cave e rifiuti inerti chiede un piano per la «gestione dei rifiuti prodotti» da scavi e demolizioni e di un «piano per l’utilizzo delle terre di scavo»; mentre il servizio gestione acustica chiede di «precisare numericamente l’incremento dei treni sulla Roma-Lido» e di «valutare l’impatto acustico» con le «opportune simulazioni». Inoltre, lo stesso servizio chiede un calcolo dei livelli sonori degli effetti di mitigazione del suono operati dalle barriere acustiche sulla Roma-Fiumicino. Alcune prescrizioni, poi, più che carenza documentale, entrano proprio nel merito di quanto dovrà essere discusso in Conferenza di Servizi. È il caso del «parcheggio 03» che, per il servizio autorizzazioni ambientali va spostato «al fine di evitare la compromissione delle aree (ambientali) di medio livello» o, per gli altri parcheggi a raso, viene richiesta un’incrementazione delle opere a verde. Infine verifiche vengono chieste dal servizio inquinamento olfattivo in relazione alla caratterizzazione chimica delle sostanze e alla necessità di mitigazioni olfattive.
MOBILITÀ – Per il servizio «trasporto privato» mancano alcune carte, come la relazione tecnica specialistica del ponte pedonale dalla stazione Magliana della ferrovia Roma-Fiumicino Aeroporto, la documentazione sugli studi di traffico nell’ambito delle attività di vendita e i progetti sulle modalità di accesso alle «aree pertinenziali» (carico e scarico, parcheggi) dei negozi, gli elaborati definitivi della pista ciclabile e quelli dell’accessibilità allo stadio dai parcheggi e dalla Stazione. Per il servizio «trasporto pubblico», ovviamente, manca il progetto sul potenziamento della Roma-Lido che, però, non era fra quelli previsti, data la preferenza per lo sfioccamento della Metro B.
LAVORI PUBBLICI – Per il dipartimento «sono stati integrati tutti gli elaborati mancanti richiesti (a giugno 2015,ndc), eccetto gli elaborati stato di fatto (quelli inerenti a com’è oggi la situazione), che necessitano di relazione generale o specialistica». Va invece integrata «la connessione del sistema Stadio con il Ponte dei Congressi. Al riguardo – si legge nella relazione – nonostante il nuovo ponte venga citato nella relazione trasportistica, esso non compare tra gli interventi da attuare. Non è quindi mai simulato il sistema delle infrastrutture di viabilità dello Stadio con quello del Ponte». Altra indicazione, poco preliminare e molto da discussione in Conferenza, è quella di «considerare l’opportunità di realizzare l’unificazione di via Ostiense e via del Mare fino a Viale Marconi e, in ogni caso, adottare soluzioni che non precludano la futura eventuale unificazione». Va ricordato che l’unificazione dell’asse via del Mare/Ostiense è previsto dal Raccordo allo Stadio, rimanendo, salvo normale messa in sicurezza, con l’attuale conformazione dallo Stadio a viale Marconi.
ACEA – Per Acea, a parte alcune richieste di integrazioni progettuali su fogne e acque meteoriche, si chiedono approfondimenti sulle emissioni di odori incrementando nel numero quelle già fatte dai progettisti perché, pur se in linea con le rilevazioni di Acea stessa, non sono considerate sufficienti a fornire un quadro completo.
(Il Tempo – F. M. Magliaro)
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