Quasi 100 mila euro raccolti per i terremotati del centro Italia, 12.670 spettatori in un Olimpico certo non pienissimo come ci si augurava, ma riempito dai sorrisi dei tanti bambini presenti. Famiglia e beneficenza erano i temi all’ordine del giorno, in più la Roma ha vinto e la festa è stata doppia. «Uniti nel dolore ripartiamo dal tanto amore», è lo striscione firmato A.I.R.C. 1971, una dedica affettuosa a chi è stato colpito dal sisma del 24 agosto scorso. In Tribuna Tevere ci sono anche i tifosi ospiti, mischiati a quelli di casa: «San Lorenzo abbraccia i terremotati» è il loro messaggio solidale. «Bambini di Amatrice questo è un fiore per voi» è invece uno dei tanti pensieri lasciati dai più piccoli sul simbolico «albero dei valori» che dal villaggio giallorosso è stato poi portato a bordo campo. Le squadre hanno fatto il loro ingresso direttamente dagli spalti, un giocatore della Roma alternato a uno del club di cui è tifoso il Papa. Tutti insieme al centro del campo hanno fatto silenzio per un minuto, per ricordare le vittime del terremoto, mentre sulle due tribune erano tutti in piedi ad applaudire. Totti ha sfoggiato una maglia speciale: «Francesco 10» scritto sul retro in onore di Bergoglio, a cui ha stretto la mano venerdì nell’incontro in Vaticano. Era inizialmente nell’undici titolare Juan Jesus, che non se l’è sentita poi di rischiare per via della caviglia contusa, ma il suo pensiero l’ha scritto sui social: «In un momento così l’unica cosa che possiamo fare è stare uniti e diventare un’unica famiglia. Giochiamo per aiutare i nostri fratelli del centro Italia».
Perotti ha stretto i denti e ha giocato un tempo, nonostante le vesciche sotto i piedi: un argentino non poteva mancare questo appuntamento. All’intervallo canta Alessandra Amoroso, circondata da bambini che le fanno il coro sulle note di «Vivere a colori». Azzeccatissima. Si riparte col calcio giocato e all’8’ della ripresa Iturbe (che prima di giocare si era detto «felice di essere rimasto») sblocca la gara, non sbaglia a tu per tu col portiere e per la dedica sceglie un cuore a favore di telecamere. Pareggia subito il San Lorenzo con un sinistro di Belluschi. Al 14’ Mussis entra sulla caviglia di Totti, si rialza, sta bene e ha voglia di giocare. L’Olimpico è la sua seconda casa e lo incita con il classico coro «c’è solo un capitano». Al 27’ lancia lui un’azione spettacolare, scavino per Bruno Peres, che mette in mezzo per Keba, freddo sotto rete e acrobata nell’esultare. È Totti a chiudere l’evento: «So cosa significa la famiglia, sono padre, capisco l’amore che ti trasmettono questi bambini e io me lo sono guadagnato sul campo. Cerco di dimostrare le cose migliori, spero di riuscirci ancora. Roma modello per queste iniziative? Assolutamente una giornata speciale, che non sempre capita: bisogna godersela. Tutti hanno la voglia di aiutare i meno fortunati». Per il campionato ha una speranza: «Dobbiamo cercare di stare il più vicino possibile alla Juventus: cercheremo di dar loro filo da torcere».
(Il Tempo – E. Menghi)
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