Del vicesindaco e assessore alla Cultura, Montuori è stato capo segreteria negli ultimi sei mesi, prima di essere scelto (in una coincidenza di percorsi con Andrea Mazzillo, prima capo staff di Raggi, oggi assessore al Bilancio) per occuparsi di Urbanistica e, seppur temporaneamente, di Lavori pubblici. Perché, spiega la prima cittadina al suo fianco, «abbiamo già preso l’impegno di separare le deleghe e continuano i colloqui per trovare un assessore ai Lavori pubblici». Non sarà facile, visti i tempi, la difficile navigazione e la complicata ricerca che, anche stavolta, si è rivolta all’interno della cerchia dei collaboratori già rodati: «Ma non è questa la prassi — aggiunge Raggi — Cerchiamo persone che hanno la nostra visione. Quando troviamo qualcuno che condivide i nostri ideali ci fa piacere collaborare». Dal canto suo, Montuori verrà affiancato da uno staff nel quale, assicura ancora la sindaca, non è prevista la presenza di Luca Lanzalone, l’avvocato genovese che si è occupato in queste settimane (seppure senza aver ricevuto alcun incarico formale) di trattare con la As Roma il nuovo progetto dello stadio.

Ora il dossier passerà nelle mani dell’assessore che, al contrario di Berdini, difficilmente uscirà dai binari già fissati: «Sullo stadio — dice — l’amministrazione ha già preso una decisione che un punto di inizio ottimo per rivedere il progetto. Ora si lavora, si migliora, è un’occasione importantissima per la città e bisogna farlo bene». Risposta fotocopia anche sugli ex Mercati Generali: «Dobbiamo verificare le carte e capire quali sono le possibilità di influenzare il miglioramento del progetto». Montuori, per adesso, mette la mani avanti: «A Roma non basta la bacchetta magica: è una città molto estesa, all’interno della quale esistono migliaia di città più piccole. Da qui in poi mi butto in mare senza ciambella e vediamo come va». Prontissima la replica della Raggi: «Ti assicuro che saremo noi la tua ciambella insieme ai cittadini». Montuori sorride, abbraccia consiglieri e nuovi colleghi di giunta e intanto puntualizza di non voler rinnegare il suo passato a sinistra: «Ho lavorato per questa città, era un’esperienza che ritenevo giusta in quel momento». Poi, sempre sul suo passato (che però, stavolta, si intreccia col suo presente), l’assessore parla del progetto sulle ex caserme di via Guido Reni, uno dei tanti dossier di cui si dovrà occupare nella sua nuova veste: «Ho partecipato al concorso internazionale per la riqualificazione delle ex caserme — spiega — ma ho perso. Il mio progetto non era bello, quindi è giusto così». Adesso, avrà modo di rifarsi: «Questa è una sfida difficile ma bellissima forse la più bella che si può immaginare per un architetto».

(La Repubblica – M. Favale)



FOTO: Credits by Shutterstock.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA

🚨SEGUICI IN DIRETTA🚨