Radja Nainggolan e Lucas Leiva

(Il Messaggero – U. Trani) Il derby non è di nessuno: 0 a 0 nella notte dell’Olimpico che si accende solo nel finale, con Dzeko e Milinkovic. Gli applausi, insomma, vanno più alle curve per le corografie che ai protagonisti per le giocate. Perché la Lazio e la Roma, dopo i risultati in antitesi nelle coppe europee, si accontentano di restare insieme al 3° posto e di staccare, anche se solo di 1 punto, l’Inter quinta. Testa a testa, dunque, nella volata Champions che, con 2 posti da assegnare, prevede ancora 6 partite. Il pari, comunque, è giusto: i giallorossi, in vantaggio (negli scontri diretti) grazie alla vittoria dell’andata, si avvicinano al successo con il palo di Peres e la traversa di Dzeko; i biancocelesti, sicuramente più vivaci, frenano nell’assalto finale per l’espulsione di Radu.

COPIONE ANNUNCIATO – La partita vive di fasi intermittenti: gli strascichi dell’ultima settimana bloccano le gambe e azzerano le idee. Depressione e sbornia, per capirsi. Solo 3 novità, dopo i rispettivi impegni in Europa: i tecnici limitano gli interventi, fidandosi di chi li ha accompagnati fin qui. Inzaghi sostituisce sulla fascia destra l’infortunato Basta, portato comunque in panchina, con Marusic e, per avere più velocità alle spalle di Immobile, Luis Alberto con Anderson. Di Francesco, pure se avrebbe voluto confermare i protagonisti della straordinaria serata contro il Barça, risparmia inizialmente Florenzi e ripropone Peres da esterno destro. La Lazio, anche se Anderson prova a lasciare il segno, segue la solita traccia, con il 3-5-1-1 che almeno in partenza è abbastanza aggressivo con il lavoro di Immobile, di Milinkovic e Parolo. E ovviamente di Anderson che va ad attaccare Jesus e Kolarov. La Roma, invece, cerca di ripetersi con il 3-4-2-1 che ha scoperto solo martedì sera: il sistema di gioco ha senso solo con il pressing che però non è continuo e asfissiante come quello mostrato nella sfida di Champions contro i blaugrana.

PRIORITÀ ALL’EQUILIBRO – Poche, dunque, le chance nel primo tempo: è la classifica a condizionare il match. I biancocelesti giocano più palla a terra e si chiudono con 5 giocatori: Marusic e Lulic arretrano per disinnescare Kolarov e Peres. I giallorossi privilegiano i lanci e alzano la difesa verso il centrocampo: Manolas, con successo, chiama spesso il fuorigioco. Strakosha e Alisson non hanno lavoro. Parolo calcia alto all’alba del match e ci riprova anche più tardi. La Lazio fa la partita, senza essere però efficace. Mai inquadrato lo specchio. Appena rallenta, dopo la mezz’ora, ecco che riappare la Roma. Nainggolan trascina i compagni verso Luiz Felipe, de Vrij e Radu. La linea difensiva, prima dell’intervallo, va in apnea. Nainggolan imbuca in area per Peres che prende il palo. Kolarov, avanzando sulla sua corsia, forza il sinistro a centro area, ma Dzeko non si fa trovare pronto davanti alla porta.

CORREZIONE IN CORSA – Di Francesco usa Under per uscire dal letargo (solo 2 punti nelle ultime 3 gare del torneo): fuori Schick. Inzaghi replica subito con Lukaku per Lulic e con Luis Alberto per Anderson che ci rimane male, passa per la panchina e rientra imbronciato negli spogliatoi. Milinkovic, a metà tempo, usa il pallonetto per lanciare Immobile: conclusione larga. La Roma è timida, la Lazio dà l’impressione di non pensare più al Salisburgo. Manolas si arrende ai crampi: dentro Florenzi. In mezzo alla difesa va Jesus, con Kolarov che arretra nella linea a 3. Peres si sposta a sinistra. Radu si fa cacciare (33° espulso dalla stagione 1994-95: record da derby) per doppia ammonizione: dopo il fallo su Schick nel primo tempo, si ripete su Under nel secondo. El Shaarawy per Peres e per sfruttare l’uomo in più. La risposta: Bastos per Immobile, con Milinkovic centravanti. El Shaarawy salva su Marusic. Ad inizio recupero Strakosha vola sul colpo di testa di Dzeko che si ripete dopo pochi secondi prendendo, ancora di testa, la traversa (20° legno in campionato e 23° stagionale). Milinkovic, invece, tira da 60 metri, con Alisson (19° clean sheet stagionale) fuori dall’area. Ma, dopo 4 anni (9 febbraio 2014), è 0 a 0.



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