«Game over» rimbalza dalla Regione dopo il no del Campidoglio. Aggiungono: negli atti amministrativi non esistono i ni. Un «parere non favorevole» sul progetto di Tor di Valle è, appunto, un parere non favorevole: non esistono mezze misure. E’ questo il messaggio che nella virtuale chat tra Regione e Campidoglio parte dal palazzo sulla Colombo. In sintesi: il Comune prima invia il «parere non favorevole» al progetto per lo stadio della Roma con annessi grattacieli; la Regione informa la città della decisione della giunta Raggi quasi a sottolineare di chi sia la responsabilità finale. In serata in Campidoglio provano a frenare, a dire che ci sono margini di trattativa, ma dalla Regione replicano: non ci sono vie di mezzo, se il vostro è un «parere non favorevole» come ci avete comunicato, la conferenza dei servizi agirà di conseguenza. A spiegarlo è l’assessore regionale all’Urbanistica, Michele Civita: «La conferenza dei servizi valuta i pareri unici arrivati dai vari enti e quelli che arriveranno. In base a quei pareri giudicherà il progetto per l’area di Tor di Valle. Tutto il resto sono solo parole che non hanno valore, perché in una conferenza di servizi contano solo gli atti ufficiali».

LE TESI E’ evidente che si tratta di una risposta a distanza al comunicato del Campidoglio che in serata, quando si è accorto di essere rimasto il cerino in mano (mentre, tra l’altro, si era scatenata la bufera sulla Raggi per il caso della polizza), aveva provato a correggere il tiro: «Sul progetto definitivo dello stadio della Roma c’è la volontà ad andare avanti per analizzare il dossier. È stata chiesta proprio per questo motivo la proroga di trenta giorni della Conferenza dei Servizi». Alla Regione però scuotono il capo perplessi: prima chiedono la proroga, poi inviano il parere non favorevole, come si conciliano le due cose? L’impressione che hanno nella giunta guidata da Zingaretti è che anche in questa vicenda si riflettano le divisioni della maggioranza a 5 Stelle: in parallelo all’assessore Paolo Berdini da sempre contrario al progetto di Tor di Valle, corrono le posizioni di una parte dei consiglieri più disponibili alle richieste della Roma. Ci sono anche due tesi che viaggiano nei corridoi del palazzo sulla Colombo sul perché il «parere non favorevole» sia arrivato proprio oggi: la prima è che servisse a distogliere l’attenzione dall’interrogatorio in procura del sindaco Virginia Raggi; la seconda è che sia stato un affondo di Paolo Berdini, preoccupato perché una parte del Movimento 5 Stelle appariva più propenso a trovare un’intesa sul progetto.

EPILOGO Al di là delle dietrologie, Civita taglia corto: «La conferenza dei servizi ragiona solo sugli atti formali ed è di questo che parliamo, non si possono inseguire comunicati, dichiarazioni, precisazioni. E l’atto formale con cui abbiamo a che fare per quanto riguarda il Campidoglio è il parere non favorevole». Se la conferenza dei servizi, sulla base di questo pronunciamento, dirà no al progetto per Tor di Valle, sarà parecchio complicato ripartire. Ecco perché in Regione c’è chi usa l’espressione «game over». E il gruppo del Movimento 5 Stelle del consiglio regionale come ha preso il «parere non favorevole» espresso dalla giunta Raggi su Tor di Valle? Con sollievo, perché la linea di M5S alla Pisana era di grande perplessità sul progetto, soprattutto per le cubature di contorno allo stadio. Ricorda Devid Porrello, consigliere regionale pentastellato: «Condividiamo in pieno il parere inviato, sosteniamo la scelta tecnica e politica dell’assessore Berdini sul progetto di Tor di Valle. L’assessore ha spiegato in commissione che sono previste opere non utili che fanno scattare le compensazioni, vale a dire le torri. Bisogna arretrare su questo, restando più fedeli a quanto previsti dal piano regolatore. In questa fase l’unica cosa da fare era dire che il progetto non va bene, poi si può partire con un ridimensionamento e valutare una seconda stesura».

(Il Messaggero – M. Evangelisti)



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