Josè Mourinho

AS ROMA NEWS GENOA MOURINHO – La Roma non è niente di più del calcio triste di una squadra smorta: l’eccezione sono state le tre partite precedenti, almeno vigorose o forse solamente facili, non questa resa imbelle ai propri limiti, scrive La Repubblica.

La battaglia di Marassi non era adatta a una truppa imbolsita dalla banalità e infine travolta dagli slanci passionali del Genoa che nel giro di mezz’ora ha perso per infortunio gli unici due centrocampisti d’esperienza e qualità, eppure non ha fatto un plissé: qui tutti corrono come dei forsennati, pressano se c’è da farlo, si trincerano nel bunker anche in dieci se è il caso e comunque hanno addosso la forza e dentro la voglia: in fondo era il modo più pertinente per squartare il penoso tran tran romanista, quel lento circolare di palla dal regista Paredes all’uomo due metri più avanti o due più indietro, e poi di nuovo Paredes, ad libitum.

Dybala? Cammina, anzi ciondola. Lukaku? È ancora lì, aspetta un pallone decente. Pellegrini? Carta velina. Gudmundsson e Retegui hanno invece fatto ammattire la frastornata difesa romanista e segnato i loro gol dopo che i giallorossi avevano perso comodi palloni in fase di impostazione. La terza rete l’ha fatta Thorsby.

La quarta Messias, al debutto, dopo un contropiede di Frendrup quando oramai tutto era deciso e Mourinho non aveva fatto altro che aggiungere punte, additivo inutile per questa squadra senza tensione che ha fatto bene una cosa sola (il gol, molto bello, con il cross di Spinazzola e l’inserimento aereo di Cristante) e pessimamente tutto il resto: con il 71% di possesso ha prodotto appena tre tiri in porta senza sale. Per la Roma è la peggior partenza degli ultimi trent’anni.



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