NOTIZIE AS ROMA DZEKO ZANIOLO – In 4.855 giorni c’è tempo per vivere una vita. Quelli di Edin Dzeko – dalla nascita fino al 2 luglio 1999, di cui vi parleremo tra un attimo – sono stati quanto di meno banale si possa immaginare, visto che il bimbo nato a Sarajevo, una volta fattosi ragazzo, ad un certo punto scoprì che gli adulti giocavano alla guerra, mentre a lui piaceva il pallone e diventare bravo come il suo idolo Shevchenko. 13 anni più tardi Edin quella palla ce l’aveva tra i piedi tutti i giorni, nel suo Zeljeznicar, giocando da trequartista un po’ sgraziato.
Ecco, in quel 1999 però, la cicogna depositò in una culla di Massa un bambino che una ventina d’anni più tardi – sognando d’imitare un altro milanista di nome Kakà – forse gli sarà utile per conservare quella ribalta europea che nel frattempo Dzeko si è conquistato a suon di reti. Insomma, domani sera al Dragao di Oporto toccherà a Nicolò Zaniolo fare da spalla a Edin in quella caccia al gol che potrebbe essere indispensabile per i quarti. Ognuno faccia la sua parte.
Il centravanti bosniaco porta in dote la storia, il centrocampista italiano l’entusiasmo. Una miscela potenzialmente eccellente. Nell’anno solare 2018 infatti, insieme a Lewandowsky del Bayern Monaco, è stato il cannoniere principe della Champions con 10 gol all’attivo. Con queste premesse, come non fidarsi di lui? Chi di cui invece tutti si fidano è Zaniolo, nonostante sui social qualche illuminato faccia notare che «da quando la mamma è diventata famosa» (causa «Le Iene»), lui non segna più. Vuoi vedere che, dopo la doppietta dell’andata, gli toccherà fare gol anche per smentire queste associazioni (troppo) libere?
Al netto delle chiacchiere, Nicolò è pronto, anche se Di Francesco deve decidere se farlo giocare esterno alto oppure trequartista nel 4-2-3-1. È una scelta non banale, visto che da questo potrebbe dipendere la sua permanenza sulla panchina della Roma, visto che il d.s. Monchi appare in uscita (forse anche in concomitanza con l’allenatore, se fosse esonerato) e Totti non ha il potere d’influenzare gli eventi più di tanto.
Voci trapelate hanno parlato di Sousa come possibile sostituto, altrimenti Donadoni o Panucci. A decidere però non saranno loro, perciò al massimo potranno dimostrarsi insofferenti, come pare sia successo a Pastore al momento di entrare nel derby. Una pettorina a terra e la voglia di scendere in campo prima sembra lo abbiano tradito. Ma in giorni come questi sono spigolature. La faccia sfrontata della Roma contro il Porto sarà quella di Dzeko e Zaniolo, un «vecchio» e un giovane in cerca di futuro.
(Gazzetta dello Sport)
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