«Siamo incazzati». Ecco la sintesi di Kevin Strootman esprime perfettamente lo stato d’animo della Roma. L’olandese, che per la prima volta indossava il giallorosso in Champions all’Olimpico e che dopo l’espulsione di De Rossi ha fatto anche il capitano, parla da capitano. Non si fa problemi, in campo come davanti alle telecamere, a raccontare l’umore dello spogliatoio: «Non so dire perché non abbiamo cominciato bene, c’eravamo preparati al meglio. Forse è un problema di testa, perché i test dicono che fisicamente stiamo bene». La storia della Roma è piena di gare e momenti in cui ci sono i problemi di testa, il k.o. con il Porto è l’ultimo caso, peraltro davanti a un osservatore dell’Arsenal per Manolas: «Non mi spiego come sia stato possibile. Ora non è facile, ma dobbiamo pensare al campionato».

PRECEDENTE – In fondo, per aggrapparsi a qualcosa, la Roma può pensare che lo scudetto del 2001 nacque da un’eliminazione estiva contro l’Atalanta in Coppa Italia, e dalla furiosa contestazione a Trigoria dei tifosi, che invece ieri – una volta ingoiato il boccone amarissimo – hanno anche timidamente incitato la squadra. La mente, però, a proposito di preliminari torna all’agosto di cinque anni fa, quando la prima Roma americana di Luis Enrique fu eliminata dallo Slovan Bratislava e non entrò neppure in Europa League. Quel giorno, lo spagnolo tolse Totti e mise Okaka: ieri, il capitano si è scaldato a lungo, ma la Champions sarà costretto a guardarla per sempre dalla tv.

RINNOVO E AUMENTO – Ci riproverà, magari già l’anno prossimo, Radja Nainggolan: prima della partita, il d.g. Mauro Baldissoni ha ufficializzato che «a fine mercato l’ingaggio di Radja verrà ritoccato». Il motivo? Si è visto in campo: il belga è stato l’ultimo a mollare, anche quando la qualificazione erano compromesse. «Anche dopo lo 0-1 abbiamo avuto le nostre occasioni – dice Nainggolan –, invece è andata come a Oporto. In 11 contro 11 avremmo potuto fare di più, ma dobbiamo imparare da questi errori: siamo abbastanza maturi da riprenderci. Punteremo sul campionato e sull’Europa League che può diventare un obiettivo. Il sostegno del pubblico? Abbiamo sempre dimostrato gran cuore, abbiamo dato tutto e anche non vincendo è importante».

BALLOTTAGGIO – Ha una faccia che è tutto un programma anche Wojciech Szczesny: Spalletti lo ha preferito ad Alisson nonostante all’andata avesse giocato il brasiliano. Un segnale chiaro su chi sarà il titolare quest’anno, almeno fino al 20, sul quale il polacco è uscito fuori tempo, facendosi bruciare da Layun. «Spalletti ci aveva preparato benissimo alla partita. Ci aveva detto di fare le cose giuste ma non siamo riusciti a metterle in pratica. Ci prendiamo tutte le responsabilità. Non dovremo affrontare più match in questo modo, l’errore è stato l’approccio alla partita dal punto di vista mentale e di intensità».

SABATINI – E ora? «Non abbiamo mai pensato che questo risultato cambiasse le scelte nostre scelte sul mercato – dice il d.s. Walter Sabatini –. De Rossi? Non entro nel merito, ma la scelta dell’arbitro è stata eccessiva. La squadra ha reagito in campo, in 9 abbiamo giocato con orgoglio commovente».

(Gazzetta dello Sport – M. Calabresi/C. Zucchelli)



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