(La Repubblica – G. Cardone) I laziali tiferanno Liverpool, punto. Un calcio all’ipocrisia, in questa città è derby ogni giorno e quindi le cose sono chiare. Nel caso dei Reds, poi, il gemellaggio va avanti dall’84, da quella famosa finale dell’Olimpico che per i giallorossi è ancora una ferita aperta. La rivalità con la Roma non fa sconti, e finché resta nei confini dello sfottò e della civiltà è perfino accettabile. A protagonisti rovesciati, sarebbe esattamente la stessa cosa. Inutile fare appelli al comune interesse del ranking Uefa: chi ripete il ritornello “ma nelle coppe europee tifo per le italiane”, poi è il primo ad accompagnare con un ghigno diabolico la frase. A Torino, i tifosi granata sono ormai ultrà di Real Madrid e Barcellona, carnefici dell’odiata Juve nelle ultime finali. Insomma funziona così pure altrove, figuriamoci in questa città costantemente con la testa nel pallone.
Il gemellaggio tra Lazio e Liverpool è talmente solido che i biancocelesti ospiteranno i Reds nel centro sportivo di Formello per due allenamenti, il giorno della semifinale di Champions, mercoledì, e la mattina successiva, prima del ritorno in Inghilterra. La società di Lotito ha messo volentieri a disposizione le proprie strutture, come fece nel dicembre 2014 con il Manchester City che doveva affrontare la Roma nei gironi della competizione più importante d’Europa. Allo stesso modo, il club di Pallotta ospitò a Trigoria perfino la Juve, prima della Supercoppa 2013 con la Lazio. Allora qualche tifoso giallorosso non gradì, visto l’antagonismo con i bianconeri. In questo caso invece il problema non si pone: «I laziali non hanno alcuna voglia di vedere i loro storici rivali in finale di Champions » , la perfetta sintesi di Leiva spiegata agli inglesi. Lui, ex mediano dei Reds, mercoledì sarà in tribuna all’Olimpico: «Ovviamente tiferò Liverpool». C’erano dubbi?
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