NOTIZIE AS ROMA – Per trovare una chiave d’accesso all’interno del gruppo Ranieri alla vigilia aveva scelto quella del sentimento. Richiamando un’infinità di volte il concetto di rispetto per noi tifosi, con quel noi sottolineato con enfasi e pure vecchio mestiere. Una Roma strutturalmente assai poco ranieriana, e inedita come mai per via di squalifiche e infortuni.
Primo tempo con due gol all’attivo (e un autogollonzo al passivo) per certificare un impatto molto preoccupato ma redditizio alla partita. Inutile parlare troppo di tattica, perché non si ha la certezza che quello che di positivo si è visto nel primo tempo sia stato frutto al cento per cento del lavoro svolto in due allenamenti e mezzo con il nuovo allenatore.
Da apprezzare, comunque, l’atteggiamento propositivo della squadra, brava a mettere in campo qualità più mentali che tecnico-tattiche. Un gran bel gol alla El Shaarawy di El Shaarawy poi il colpo di testa vincente di Schick, nonostante un pittoresco, forse scaramantico – ma a conti fatti magico – cerchietto rosso tra i capelli. Era, il ceco, forse il più atteso della serata, e la rete del nuovo vantaggio – diventata alla fine decisiva – sta lì a regalargli buoni giudizi.
Anche se nella ripresa, con la Roma in sofferenza, si è visto di meno in avanti e molto di più a dare una mano all’intero gruppo. Questo perché la Roma, ordinata su due linee (uscito Zaniolo, ecco il 4-4-2), ha peccato via via di intensità; ha arato poco il campo, per dirla alla Ranieri. Servivano tre punti, al di là dell’esordio di Ranieri, e tre punti sono arrivati. Vale la pena prenderli e metterli da parte, senza fare troppo gli schizzinosi. Per tutto il resto, e il tutto non è assolutamente poco, occorrerà ancora tempo, tanto tempo. E un po’ di uomini in più.
(Il Messaggero – M. Ferretti)
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