AS ROMA NEWS PAREDES KONE – Diciotto partite prima di trovare la soluzione a centrocampo. Diciassette e due allenatori alle spalle, cercando l’alchimia giusta, la coppia perfetta, che era lì a portata di mano, sotto gli occhi di tutti, scrive Il Messaggero. E così, lo scorso 28 novembre, nella partita più difficile sulla carta, quella contro il Tottenham, Thinkerman Ranieri vara il tandem Paredes-Koné.
Perché l’argentino e il francese sono nati per giocare insieme. E invece il primo si era meritato pernacchie, insulti e sberletti soltanto perché aveva saltato la preparazione estiva. Per non parlare di Manu che alla prima di Juric contro l’Udinese era finito in panchina perché si voleva “cambiare un po’ il modo di giocare su certe cose, ci sono magari giocatori che in questo momento mi rispondono un po’ meglio, lui è un grandissimo talento ma c’è tanto da lavorare”.
Ranieri ha impiegato una partita e cinque allenamenti per capire che qualcosa a centrocampo non andava. Ha parlato con Leo e sulla falsariga di quanto accaduto con Hummels in difesa, gli ha consegnato le chiavi della Roma. Scoprire Paredes a 30 anni fa un po’ sorridere. Forse il tecnico croato ha pagato la voglia e la richiesta del club di rilanciare un mercato che ad oggi può definirsi fallimentare nonostante i 120 milioni spesi: fatto sta che probabilmente ci voleva uno come Ranieri per rimettere in moto l’argen-tino: “È in scadenza? Per me i campioni sono campioni. Dipendesse da me lo terrei”, la consacrazione post-Lecce.
Oggi Paredes e Koné sono il motore della Roma. Uno imposta, l’altro corre per tre rubando palloni, facendo ripartire l’azione e concludendola come accaduto nella rete del 4-1 al Lecce. Leo ha una qualità tecnica che gli permette di non perdere mai la testa, di mantenere il controllo sotto pressione, è razionale, magari non veloce ma è uno che non ha bisogno di guardare il pallone. Gioca sempre a testa alta, alternando fraseggio breve a lanci lunghi.
Manu invece è uno che da solo regala sostanza, presenza ma è anche capace di organizzare il gioco. Del resto di coppie, soprattutto a centrocampo, Claudio se ne intende: in carriera ha allenato Pizarro e De Rossi nella Roma che sfiorò lo scudetto nel 2011, Drinkwater-Kanté in quello che lo centrò al Leicester, Thern-Pari nel Napoli degli anni 90′, Rui Costa-Schwarz nella Fiorentina che arrivò ad un passo dalla finale di coppa delle coppe. E quindi se ha puntato su Paredes e Koné va seguito.
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