Un danno per Roma da due miliardi almeno. È la stima del costo del no allo stadio della As Roma e che comprende “solo” i mancati guadagni fiscali, la rinuncia ad opere pubbliche che senza stadio sarebbero a carico del Campidoglio. E il possibile risarcimento danni alla società proponente Eurnova srl (Gruppo Parnasi e Stadio Tdv spa, società del presidente giallorosso James Pallotta che costruirà e gestirà il nuovo impianto) in caso di contenzioso.
Senza considerare il mancato impatto economico dell’opera: uno studio della Facoltà di Economia dell’Università La Sapienza ha stimato 5.500 nuovi occupati nei sei anni di cantiere e un incremento del Pil provinciale dell’1,5% annuo. L’impianto a Tor di Valle prevede un investimento da 1,6 miliardi a carico dei privati per un progetto che comprende, oltre allo stadio, un’ampia area commerciale e spazi per residenze e uffici (Business park). Complessivamente un’area da 180 ettari. Il progetto, approvato dalla Giunta di Ignazio Marino con delibera che ne ha riconosciuto il pubblico interesse, ha registrato invece l’opposizione dall’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini e le riserve della Giunta di Virgina Raggi che ha chiesto alla società di rivedere spazi e cubature.
Su questo si sta trattando in questi giorni. Oggi è infatti previsto un nuovo round del tavolo tecnico Campidoglio società proponente che sta lavorando alle modifiche chieste dal Comune di Roma dopo il parere unico non favorevole depositato nei giorni scorsi in Conferenza dei Servizi in Regione. La decisione finale sul destino dell’opera è comunque attesa entro il 3 marzo, data entro la quale il Campidoglio dovrà presentare la documentazione necessaria a dare il via libera all’opera che potrebbe subire una limatura delle cubature del 20%. «Abbiamo chiesto una sospensione della conferenza dei servizi e avviato un confronto con la società Roma – ha confermato Raggi – all’esito del confronto saranno sciolte le riserve». Lo studio della Sapienza prevede anche un incremento annuale medio delle entrate fiscali da 142 milioni di euro nei sei anni di cantiere. Significa 852 milioni di euro in meno per le casse capitoline. In ballo ci sarebbero poi quelle opere pubbliche non attinenti allo stadio che la società si era impegnata a realizzare: dal raddoppio della via del mare, alla realizzazione dello svincolo Roma-Fiumicino (insieme valgono circa 150 milioni), all’acquisto di nuovi treni per la tratta Roma Lido (30 milioni), fino a interventi per la salvaguardia idraulica del Fosso di Vallerano a rischio esondazioni. Un costo totale valutato intorno ai 260 milioni. Ma la batosta arriverebbe anche dal possibile contenzioso giudiziario che si aprirebbe con il no all’opera. Dal 2012 ad oggi sono stati 60 i milioni spesi per i costi progettuali dalla società. E secondo una stima dell’Avvocatura di Roma Capitale pubblicata nei mesi scorsi il costo che i romani dovrebbero pagare in caso di soccombenza sarebbe di 400 euro a cittadino (2.864.731 i romani). La cifra complessiva di risarcimento danni arriverebbe quindi a superare il miliardo di euro.
(Il Sole 24 Ore – L. Di Pillo)
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