Kevin Strootman

(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini) Ci piace credere che sia una sorta di risarcimento danni, che il fato abbia messo la firma su quel sinistro di prima per il gol di Dzeko allo Shakhtar. Quello stesso sinistro che ha visto più sale operatorie di quante se ne augurerebbero al peggior nemico. Il piede mancino di Kevin Strootman è un colpo altro che mancino, ma dolce tanto così per la Roma. È la qualità verticale che è nelle corde dell’olandese, uno che nello scorso campionato mise in fila sei assist, non proprio un numero banale. Ecco, quello di martedì allo Shakhtar è l’assist numero uno di tutta l’attuale stagione di Strootman. È una dote che Kevin aveva perso per strada, ma che non può aver dimenticato in assoluto. La giocata a memoria che a chiunque mastichi un po’ di Roma ha ricordato quelle storiche di Francesco Totti, è l’espressione massima del centrocampista prototipo di Di Francesco, verticalità allo stato puro e massima rapidità d’esecuzione.

ANCORA LUI – Mettici, in fondo alla ricetta, pure la solita sostanza in campo che si fa sentire. Con lo Shakhtar Strootman ha disputato l’undicesima partita di fila da titolare nelle ultime 12 giocate dalla Roma tra campionato e coppe (a Udine entrò nell’ultimo quarto d’ora). A lui Di Francesco non vuole più rinunciare. E sarà così con ogni probabilità anche domani a Crotone, se è vero che l’olandese dovrebbe essere confermato nel ruolo di mezzala, con Gonalons ripescato in regia al posto dello squalificato De Rossi. Pellegrini ancora fuori per la terza partita consecutiva, Kevinconfermato nel cuore della Roma, il totale sta per diventare allora 12 delle ultime 13 partite dall’inizio. Perché, in fondo, mettere da parte l’olandese ora che il suo rendimento è tornato simile a quello di un anno fa sarebbe un controsenso.



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