Alessandro Florenzi e Daniele De Rossi

(Corriere della Sera – L. Valdiserri) Un aggettivo per il derby romano di campionato numero 150? Strano. A rigor di logica dovrebbe essere una sfida extralusso: Lazio e Roma sono appaiate a quota 60, in piena volata per la qualificazione alla prossima edizione di Champions League, con l’Inter di Spalletti che sarà spettatrice interessatissima.

La Roma esce dal trionfo contro il Barcellonae dal sorteggio con il Liverpool per la semifinale del 24 aprile e 2 maggio. In città non si parla d’altro. La caccia al biglietto per la partita di ritorno è forsennata. Il derby è vissuto dalla maggioranza dei tifosi come una scocciatura, il primo timore è non perdere giocatori per infortunio.

La Lazio aveva giocato, fino a giovedì, una stagione quasi perfetta. Quando la qualificazione alle semifinali di Europa League sembrava sicura — dopo il gol di Immobile — è arrivata invece la grandinata del Salisburgo. I quattro gol subiti in 20 minuti sono costati l’eliminazione e hanno scosso le certezze. Il derby è una grande occasione di rivincita, ma come verrebbe preso un secondo passo falso?



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