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Rassegna stampa

Il piano Friedkin: ecco i 210 milioni per risanare la Roma

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ULTIME NOTIZIE AS ROMA FRIEDKIN – Un consiglio? I Friedkin non accettino suggerimenti da esperti o presunti tali. Ad esempio, poiché il destino ha senso dell’umorismo, ha suscitato un briciolo di sconcerto (ma nulla più: questa, in fondo, è sempre la città di imperatori e papi) l’intervista che l’ex braccio destro di James Pallotta, Mark Pannes, ha rilasciato al sito sportspromedia.com.

Pannes, che è stato uno dei massimi dirigenti della Roma americana dal 2011 al 2016, ora è diventato ceo dei Vancouver Whitecaps e – con un pizzico di impudenza – spiega il verbo della corretta gestione calcistica di un club professionistico. Impressioni? Visto che in riva al Tevere i successi di Pannes non sono stati indimenticabili, sarebbe bello chiedere un parere sul tema ai nuovi proprietari della società giallorossa, che oggi sono chiamati ad affrontare una assemblea societaria, destinata comunque a far riaffiorare le criticità economiche ereditate dal passato.

La storia è nota, e per essere riassunta basterebbe una manciata di cifre del bilancio: i 394 milioni d’indebitamento, i 204 milioni di perdite (la seconda più alta della storia della Serie A), i (soli) 141,25 milioni di fatturato, i meno 242,4 milioni di patrimonio netto consolidato, i meno 88,3 milioni di perdita d’esercizio (che incorre nella fattispecie prevista dell’articolo 2447 del codice civile).

Insomma, la combinazione fra l’ultimo periodo di gestione Pallotta e la pandemia di Covid ha messo in grande difficoltà i conti della Roma. Un esempio su tutti: il fatturato così basso (il precedente era di 232,7 milioni) è dovuto anche al fatto che alcuni dei ricavi che sarebbero dovuti entrare prima di giugno, saranno calcolati invece nell’esercizio attuale.

Alla luce di tutto questo – che ha portato il club nella «watching list» della Borsa, con obbligo di comunicazioni mensili – non stupisce che la famiglia Friedkin sia dovuta correre subito ai ripari, come oggi sarà sancito dall’assemblea societaria che varerà la ricapitalizzazione di 210 milioni decisa il 25 ottobre. D’altronde, dopo il loro insediamento c’è stato un secondo «lockdown» – sia pure più morbido del precedente – che ha ghiacciato qualsiasi ipotesi, ad esempio, di riportare gli spettatori negli stadi.

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Così il piano di riaprire l’Olimpico al 30% della capienza per favorire il distanziamento – che poteva dar sollievo alla impossibilità di fare gli abbonamenti – si è incagliata subito. Insomma, occorre denaro fresco, e i Friedkin finora – oltre ai 199 milioni dati a Pallotta per l’acquisizione del club – finora hanno già versato 114,6 milioni, che verranno convertiti tutti – col placet oggi dell’assemblea – nell’aumento di capitale. Sarà la prima tranche di quel totale di 210, appunto, che si concluderà alla fine del 2021.

Il prossimo, comunque, sarà un anno importante a prescindere, visto che i Friedkin (che coltivano sempre l’obiettivo di uscire dalla Borsa e che giovedì presenteranno ricorso per la questione-Diawara) sono da tempo al lavoro per il «main sponsor» (l’accordo con Qatar Airways è in scadenza) e lo sponsor tecnico (l’accordo con la Nike è stato interrotto in anticipo). Morale: sarà indispensabile trovare altre fonti di ricavo, per non sgonfiare le ambizioni della nuova Roma.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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