Paul Baccaglini, Frank Cascio, James Pallotta, sembra il cast di un film italoamericano. Assenti De Niro e Al Pacino (ma meglio sarebbero Ficarra e Picone), ecco il nuovo film Italian Football Connection, non un colossal e, spero, nemmeno uno scherzo. Qui si tratta di calcio, di soccer, di soldi, di sogni e di improbabili progetti.

Roma-Palermo non è stata soltanto una partita di pallone in una domenica pirotecnica di gol e letargica per la qualità del gioco. Paul Baccaglini si è presentato al popolo del calcio, lui è l’imprevisto e imprevedibile presidente ma non padrone del Palermo, dipende tutto dal closing, ci risiamo, superato lo stretto senza ponte, il motivetto resta sempre quello. La società finanziaria di cui è rappresentante ha un capitale di 1250 sterline, ripeto in lettere: mille e duecento, stop, non milioni o miliardi. Ma è un dettaglio. Per esempio James Pallotta ha moltissimi soldi ma pochi ne ha investiti nella Roma che non eccita il popolo giallorosso e batte cassa. Allora mister James, che non è una Iena come il suo compatriota Baccaglini, da iena ha parlato nelle ultime ore, attaccando la squadra, l’allenatore, il preparatore atletico, insomma la Roma. Ha parlato per voce riferita, perché risulterebbe singolare che a Boston siano state trasmesse in diretta televisiva le ultime batoste giallorosse. Baccaglini, invece, da iena si è trasformato in agnello, romanticone nell’atto di baciare la Paul Girl, la strepitosa brasiliana nuova first lady palermitana, Thais Wigger, pure lei reduce da eventi televisivi, nella parte di “velina”. Come si può dedurre, tutto quanto fa spettacolo, il calcio è un eccellente spot pubblicitario, si presta alla qualunque e ai qualunque. I due italoamericani, comunque, hanno una cosa in comune: il progetto del nuovo stadio. Più facile che Donald Trump riceva Beppe Grillo alla Casa Bianca.

(Il Giornale – T. Damascelli)



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