(Gazzetta dello Sport – A. Pugliese) A pensarci bene, qualcuno ci scherzerà anche su. Perché è facile pensare che Dzeko abbia aspettato proprio questa partita per riprendersi la Roma e mettere a tacere i malumori sul suo conto. Questa partita perché è quella da grande platea e da grandi campioni, proprio come lui. E perché il San Paolo gli porta davvero fortuna, visto che qui fu protagonista anche la scorsa stagione. Esattamente come ieri, con una doppietta d’autore che allora permise alla Roma di Spalletti di sbancare lo stadio di Fuorigrotta e che stavolta, invece, ha consentito a quella di Di Francesco di buttarsi alle spalle i due capitomboli con Shakhtar e Milan. Due gol uno più bello dell’altro: per elevazione (salta quasi a tre metri di altezza) e coordinazione il primo, per qualità e balistica il secondo, che gli permettono di essere il primo calciatore a segnare 50 o più gol in tre dei maggiori cinque campionati europei (oltre Bundesliga e Premier). E pazienza se nel finale è arrivato quel giallo che lo costringerà a stare fuori venerdì contro il Torino. Vorrà dire che si riposerà per la sfida di Championscon lo Shakhtar, dove la Roma avrà bisogno dello stesso Dzeko di ieri sera.
L’ORGOGLIO – «Abbiamo fatto una partita perfetta e ci tengo a sottolinearlo – dice il bosniaco –. Abbiamo vinto contro una grandissima squadra, quella che in Italia gioca il calcio più bello. Evidentemente così scarsi come dice qualcuno non siamo». E il fatto di non essere scarsi è un concetto che Dzeko ripete più volte a fine partita. «Non so cosa ci sia successo nelle partite precedenti e non ho neanche voglia di guardarmi indietro, non ho rimpianti. L’importante era vincere questa partita, perché nessuno se lo aspettava. Prima del fischio d’inizio un po’ tutti erano convinti che avremmo perso per 5-0 ed invece abbiamo fatto una grandissima partita. Le critiche vanno bene, ma a volte a Roma sono un po’ troppe».
LA RIVINCITA – E allora è il momento di godersi una doppietta che manda anche in soffitta i tanti malumori sulle sue prestazioni. Anche perché ieri Dzeko ha segnato, a tratti quasi danzato, spesso giostrato da regista avanzato. Il suo è stato un repertorio completo, tra sponde, aperture e ricerca degli spazi per gli inserimenti dei compagni. «Ma io non sto lì a guardare se faccio 2, 3 o 4 gol, le statistiche li lascio agli altri. Sono felice per i due gol, è ovvio. Sicuramente non è stato facile dopo tutto quello che è successo a gennaio, in fase di mercato. Ma anche quando non faccio gol, ci sono altre cose che mi rendono felice: nessuno guarda quanto corro, quanto cerco di aiutare la squadra. E quel che conta è che abbiamo vinto dove nessuno se lo aspettava. Una vittoria importante per la mente e perché ci riporta in Champions, davanti alla Lazio». E allora per il cigno di Sarajevo (in settimana ha festeggiato l’anniversario dell’indipendenza della Bosnia)l’appuntamento è per la Champions. «Ma non guardiamo troppo avanti, prima c’è il Torino. Dobbiamo giocare così e vincere anche questa gara». Lui non ci sarà. Pazienza.
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