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Rassegna stampa

Il solito voltafaccia tattico, fisico e mentale

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Come era accaduto contro la Lazio ed il Napoli, tanto per restare alle ultime due partite, chiuse entrambe con una sconfitta, anche a Lione la Roma è riuscita nell’impresa di passare in svantaggio. E nel modo peggiore, cioè regalando la rete agli avversari dopo aver fallito un paio di opportunità per portarsi avanti. Ci risiamo, il cattivo pensiero dopo il gol di Diakhaby. Poi, però, come non era accaduto contro la Lazio ed il Napoli, la Roma ha trovato in fretta il gol del pareggio, sfruttando un erroraccio di Diakhaby (sì, proprio lui) ed una volata di Salah chiusa con un destro tra le gambe di Lopes. La storia, dunque, è cambiata, il buon pensiero dopo la rete dell’egiziano. Il gol del sorpasso di Fazio ha poi dato certezza a quella sensazione. Roma avanti, con merito. Con una prestazione all’altezza dell’impegno. Non era facile riuscire a rialzare la testa dopo due ko; non era semplice farlo dopo esser passata ancora una volta in svantaggio, eppure la Roma – giocando il suo calcio – è riuscita nell’arco di tredici minuti a capovolgere l’intricata situazione.

LA FIGURACCIA C’era bisogno di dimostrare che gli scivoloni contro Lazio e Napoli erano stati episodici; che la vera Roma era ed è un’altra: i due gol in rimonta del primo tempo in casa del Lione hanno confermato la bontà del lavoro stagionale di Luciano Spalletti e dei suoi giocatori. Un’illusione, però. Perché, come troppo spesso sta capitando, la Roma dopo l’intervallo ha cominciato a giocare un’altra partita. E a giocarla in modo pessimo, come testimoniato dal gol dell’immediato pareggio di Tolisso. Da lì un autentico crollo verticale. L’ennesimo voltafaccia tattico, fisico e mentale. Roma meno precisa sotto l’aspetto tecnico, sempre più sulle gambe, fragile psicologicamente e poco cattiva al momento di chiudere l’azione. E in attesa, per dirne una, di una giocata alla Dzeko di Dzeko, troppo morbido nelle azioni al limite dell’area francese e nei contatti con gli avversari. Dopo otto reti in partite europee, il bosniaco si è bloccato anche fuori dall’Italia restando a secco come gli capita dalla partita di campionato contro il Torino, 19 febbraio. E così, a forza di aspettare Dzeko (e magari pure un cambio di Spalletti…), ecco la rete di Fekir, accompagnato verso il gol del secondo sorpasso di serata dagli imbambolati difensori giallorossi. E, a seguire, la botta sporca all’incrocio di Lacazette contro una Roma ormai immobile. Della trasferta in terra di Francia, dunque, resta la sconfitta (la terza di fila) e restano anche i due gol all’attivo che, nell’ottica del doppio confronto, aiutano (un po’…) a sperare. Ma la consolazione è piccola. La figuraccia, invece, davvero grande.

(Il Messaggero – M. Ferretti)



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