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Rassegna stampa

Il tempo delle scelte: Juric deve inventarsi una nuova Roma

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AS ROMA NEWS JURIC – Continuare, ma come? Se non esploderanno altri casi, tra qui e giovedì, Juric sarà sulla panchina della Roma contro il Torino, il futuro nelle mani del suo passato. Sono pochissimi ma buoni, nel senso di decisivi, quelli che credono ancora nella capacità dell’allenatore di raddrizzare la situazione: i Friedkin e il d.s. Ghisolfi che ieri ha parlato a lungo con l’allenatore, scrive il Corriere della Sera.

A Firenze, la squadra giallorossa è sembrata un’Armata Brancaleone. Sfilacciata in campo, senza reattività, priva di un gioco qualsiasi, rassegnata alla sconfitta. Per settimane Juric aveva usato parole dolci per la squadra e qualche iperbole (tipo quella del Paradiso) che in realtà ha visto solo lui. Poi, dopo la sconfitta contro l’Inter, è passato improvvisamente al pugno di ferro, dicendo anche la prima parolaccia romanista: «Dobbiamo risalire da una situazione di totale merda». Contro la Dinamo Kiev, in Europa League, la Roma ha vinto giocando male (ma Juric ha visto una bella partita). Contro la Fiorentina è stata una disfatta, anche nei comportamenti.

Contro il Torino sarà squalificato Hermoso; Hummels ha segnato un autogol al primo pallone toccato; Cristante e Angelino sono stati sostituiti al 32’ pt e non l’hanno presa bene (eufemismo); Mancini ha litigato con l’allenatore nell’intervallo; Paredes è fuori dal progetto; Celik gioca anche se è sempre tra i peggiori; Soulé è un fantasma; Pisilli è in un momento di crescita che prevede alti e bassi; Le Fée non incide, Koné non è titolare; Saelemaekers e El Shaarawy sono infortunati; Dybala e Dovbyk isolati e sperduti; Pellegrini è nell’occhio del ciclone; il mercato estivo è stato bocciato.

Il mentore di Juric, Gasperini, nei primi tempi all’Atalanta trovò la soluzione ai problemi panchinando i senatori e lanciando giovani come Bastoni. Ma alla Roma c’è questo tipo di calciatore? Difficile, se non impossibile, pensare che Juric cambi invece il suo modulo, che rimane fisso con la difesa a 3. Palladino, alla Fiorentina, lo ha fatto dopo un inizio complicato, ma la Roma adesso è in totale confusione.



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