Rassegna stampa
Il Vangelo di Fonseca: “Voglio una Roma unita e ambiziosa”
NOTIZIE AS ROMA FONSECA – L’ultima volta, 535 giorni fa, il futuro sembrava ricco solo di leopardiane «magnifiche sorti e progressive». La squadra era arrivata in semifinale di Champions e in campionato – dopo qualche sofferenza – il posto alle spalle di Juventus e Napoli era stato blindato. Quel 20 maggio 2018, chi avrebbe mai potuto immaginare che per rivedere la squadra giallorossa al terzo posto si sarebbe dovuto aspettare quasi un anno e mezzo? In questi 18 mesi, d’altronde, è successo di tutto.
In panchina si sono alternati tre allenatori; Francesco Totti e Daniele De Rossi sono andati via sbattendo la porta, il d.s. Monchi ha divorziato duramente dal presidente Pallotta; il suo vice Massara ha scelto anche lui l’addio; idoli della gente come Alisson, Nainggolan e Manolas sono stati ceduti e il vicepresidente Baldissoni è uscito dalla gestione sportiva per occuparsi del nuovo stadio. Insomma, un vero terremoto.
In questo contesto, il lavoro di Paulo Fonseca finora è stato straordinario. La sua scelta non è stata accompagnata da squilli di tromba, visto che il club ha cercato prima Conte e Gasperini, per poi corteggiare anche Mihajlovic e De Zerbi.
Il portoghese, miscelando umiltà ed ambizione, in 11 giornate ha riportato la squadra al 3° posto, collocandola al primo nel proprio girone di Europa League. Rispetto allo scorso campionato, i giallorossi hanno 6 punti in più, frutto (anche) di 2 gol in più realizzati e 2 in meno subiti. Il tutto, dovendo aver a che fare con un’emergenza infortuni che in certe partite ha privato l’allenatore persino di 8 giocatori.
La capacità di dialogo di Fonseca è stata una delle armi vincenti. Prima nel convincere alcuni calciatori a scegliere di restare o venire a Roma (Dzeko, Veretout e Smalling lo hanno ammesso pubblicamente), poi nello stimolarli a fare meglio. Il malinconico 0-0 di Genova contro la Sampdoria, di appena due domeniche fa, ad esempio, lo aveva portato ad alzare la voce, chiedendo appunto più coraggio nell’affrontare i match, nonostante le assenze.
Un capitolo a parte meriterebbe il decollo di Zaniolo, che aveva concluso in calando la scorsa stagione. Col portoghese il feeling è stato immediato e la risposta del giocatore incisiva ai massimi livelli. E allora, dopo il purgatorio, potrebbe arrivare presto il paradiso. Under è già tornato in campo, Diawara e Mkhitaryan lo faranno dopo la sosta e Pellegrini a fine mese.
E se Zappacosta si vedrà solo a fine stagione, nel sacco della Befana ci saranno anche Kalinic e Cristante. E se Pallotta lo ha già benedetto («Mi piace quello che fa»), Fonseca mette le mani avanti: «Il gruppo ha capito che si fa bene solo restando uniti, ma attenzione: non abbiamo ancora vinto niente». Proprio vero, ma la nuova Roma ha fretta di provarci davvero.
(Gazzetta dello Sport)
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