AS ROMA NEWS – Vuoi vedere che, anche stavolta, ha ragione José Mourinho? La storia della torta della nonna e della comfort zone nella quale si rifugiano spesso i suoi calciatori, danno la misura del problema: la mancanza di personalità, scrive Il Messaggero.
Non a caso, ed è storia nota ormai, che in casa esiste una Roma, fuori casa ne esiste un’altra. E non a caso la Roma in questo anno solare, lontano dal suo stadio, quindi proprio in quella dannata comfort zone, è riuscita a vincere solo quattro volte, due nella passata stagione, Spezia e Torino, due in questa, Sheriff e Cagliari.
Quest’anno la squadra, in trasferta, sta dando il peggio di sé. Come a Verona (2-1), che naviga nei bassifondi della classifica, per i gialloblù, quello, fu l’ultimo successo in campionato; come quella di Marassi contro il Genoa (4-1), una partita che è finita male e poteva andare pure peggio. Due amnesie grosse, così come quella di Praga, che ha compromesso il primato del girone di Europa League: bastava un pari, o anche perdere con un gol di scarto. Invece è arrivato il 2-0 che ha reso difficile pure il viaggio dell’altro ieri a Ginevra, dove il Servette ha inchiodato la Roma sull’1-1, che renderà ormai inevitabile -per accedere agli ottavi -il playoff con gli squali della Champions. Come lo scorso anno.
Non è un dramma, come dice Mou, ma giocare due partite in più, con una rosa non proprio adatta alla due/tre competizioni, non è proprio il massimo della vita. Ma i motivi di questa altalena di risultati? Quelli che ha spiegato Mou, che sta cercando di scavare nell’anima dei suoi calciatori, i quali sanno tirare fuori il carattere e l’orgoglio quasi esclusivamente tra le mura amiche, con la nonna che gli fa la torta.
La Roma in casa ha regalato punti solo alla Salernitana (2-2), prima giornata senza Dybala, Pellegrini (e Lukaku, che stava lì lì per arrivare) e al Milan (2-1), poi il filotto di successi, tranne il derby che, da calendario, si è giocato fuori casa e ha portato in dono un pareggio insipido. Sempre meglio che una sconfitta. E forse Mou aveva ragione anche in quel caso, quando ha ammesso di aver giocato soprattutto per non perdere.
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