Lorenzo Pellegrini

NOTIZIE AS ROMA PELLEGRINIDi Francesco lo esalta spesso, proprio in virtù della sua duttilità e della sua intelligenza calcistica. A certificare però la crescita (imponente) di Lorenzo Pellegrini c’è anche tutto il resto: il carattere, la personalità con cui gioca oramai da tempo e la serenità con cui scende in campo, che gli permette di fare cose che prima non riusciva invece a fare. E poi c’è anche qualcosa in più e cioè la fantasia e l’imprevedibilità.

E non è un caso, infatti, che Lorenzo Pellegrini sia in questo momento il giocatore che in Italia costruisce più occasioni da gol in ogni partita: esattamente 3,54 a gara, un dato che lo porta alla soglia del podio anche in Europa. Insomma, quando in campo c’è lui la Roma ha più possibilità di avere più occasioni da rete. In Italia alle spalle del centrocampista giallorosso ci sono il laziale Luis Alberto (3,53) e l’atalantino Alejandro Gomez (3,35).

In Europa, invece, sono solo tre i giocatori capaci finora di far meglio del romanista: Payet (4,26, Marsiglia), Demirbay (3,79, Hoffenheim) e Depay (3,61, Lione). Dietro, nella top ten europea, si trovano addirittura stelle internazionali del calibro di Lionel Messi (3,38, Barcellona) e Willian (3,27, Chelsea). Tra l’altro, la duttilità di cui parla sempre Di Francesco si sta vedendo anche in questo frangente della stagione, dove Lorenzo ha giocato anche da mediano. Dall’inizio della stagione è il terzo ruolo che Lorenzo ricopre, dopo quello iniziale di mezzala e quello di trequartista, posizione in cui è sbocciato nel derby con la Lazio e si è affermato come una delle realtà più belle.

“La loro bellezza è che sono giocatori interscambiabili”, ha detto giorni fa lo stesso Di Francesco parlando proprio dei tre italiani: Pellegrini, Zaniolo e Cristante. Ed è così, anche se poi il più duttile div tutti sembra proprio essere Lorenzo. Ed, infatti, a lui oramai DiFra non ci rinuncia mai. Se poi anche i dati gli danno ragione, allora è tutto ancora più giusto. Perché nessuno in Italia crea e costruisce come lui in fase di possesso, a prescindere da dove vada ad orchestrare in campo. È il segno di una maturità oramai acquisita e di una consapevolezza nei propri mezzi sempre più grande. Si diventa campioni anche così.

(Gazzetta dello Sport – A. Pugliese)



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