AS ROMA NEWS BOLOGNA DYBALA – Per i “Fab Four” della Roma Lorenzo Pellegrini è il capitano e il leader riconosciuto, Tammy Abraham è la sorpresa da ritrovare, Nicolò Zaniolo è il gioiello da lucidare, ma si farà fatica a scovare qualcuno che non consegni la palma del giocatore più incisivo – se non del fuoriclasse – a Paulo Dybala. Proprio per questo la gestione della Joya nel primo match della rinnovata stagione, cioè quello di mercoledì prossimo all’Olimpico contro il Bologna, potrebbe essere estremamente delicata, scrive La Gazzetta dello Sport.
La storia è chiara. Dal giorno del suo infortunio contro il Lecce, il 9 ottobre scorso, l’attaccante argentino ha giocato appena 51 minuti, sgranati in tre apparizioni: una contro il Torino (13 novembre) e due al Mondiale nei minuti finale dei match contro la Croazia e la Francia. Nella prima e terza apparizione, però, il suo contributo è stato decisivo sia nel non indimenticabile pareggio contro i granata, sia nella vittoria ai rigori nella finale Mondiale più bella di sempre, quella contro i transalpini. Morale: come fare a meno già dal primo minuto di un Dybala che fa volare la Roma a una media-punti di 2,22 a partita (contro 1,16 senza di lui), che ha segnato da solo il 27,8% delle reti della squadra e che si è anche tagliato dei giorni di vacanza post-Qatar per tornare prima a Trigoria?
Eppure, nonostante sia stato proprio José Mourinho il “motore” del rientro anticipato di Dybala, le perplessità dello Special One sono comprensibili. Un dato per tutti: dalla stagione 2015-16, quella del trasferimento alla Juventus, l’attaccante ha saltato 68 partite per infortunio, 59 delle quali in bianconero e le restanti in giallorosso. Logico, perciò, che l’allenatore portoghese abbia intenzione di gestire al meglio il proprio fuoriclasse, anche perché uno come l’argentino è sempre in grado di gare la differenza, nonostante uno “storico” di stop per infortuni non certo banale.
Quello che si sussurra nel ventre di Trigoria è che lo stato di forma di Dybala lieviti di giorno in giorno. La sensazione è che, se non ci fosse questi quasi tre mesi di stop dall’ultima volta in cui Paulo è stato titolare, il dubbio se possa giocare o meno col Bologna non si porrebbe neppure. Adesso, però, è diverso. Innanzitutto perché già domenica c’è il big match contro il Milan a San Siro, di quelli che la Joya non vorrebbe assolutamente perdere.
Ma la vera domanda è un’altra: la Roma, settima in classifica, che è già in affannosa risalita verso la zona Champions League, può permettersi il lusso di rinunciare in avvio al suo campione, correndo il rischio di complicare la partita? In fondo, la cartina di tornasole di questa situazione sembra essere già stata vissuta contro il Torino: senza Dybala una squadra abulica e senza fantasia, dal suo ingresso una scarica di adrenalina che è valso almeno il pareggio, fino a un certo punto addirittura inaspettato.
Se volessimo scommettere un euro, punteremmo sulla Joya titolare contro il Bologna, ma questo per la Roma non significherebbe solo ritrovare l’attaccante più prolifico della squadra, ma anche rispolverare potenzialmente il rock and roll dei suoi “fab four”. Finora l’argentino, Pellegrini, Abraham e Zaniolo hanno giocato assieme appena per 113 minuti: 68 contro la Salernitana e 45 contro la Cremonese. Una miseria rispetto ai sogni estivi. A proposito, la Roma quelle due partite le ha vinte entrambe. Se questo può essere il miglior viatico possibile per il futuro, non c’è nessuno meglio di Mourinho per poterlo capire. E la risposta, in fondo, non ci pare così difficile da scoprire.
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