Romelu Lukaku

AS ROMA NEWS LECCE LUKAKU – Si finisce con i baci. Li dispensa José Mourinho ad Aouar e soprattutto a Lukaku, ormai “fidanzato” suo e di una Roma che in pieno recupero, in 137 secondi pazzi, passa dall’inferno al paradiso ribaltando un Lecce che non meritava la sconfitta. Invece finisce con un 2-1 santificato dalle reti di Almqvist, Azmoun e Big Rom, che nel primo tempo aveva fallito un rigore destinato ad appassirlo, scrive La Gazzetta dello Sport.

Non basta, perché poi ci sono soddisfazioni che vanno al di là del contesto. Ad esempio, presentarsi al derby di domenica davanti alla Lazio, è di quelle che per i tifosi danno un senso alla settimana, così come la classifica, visto che i giallorossi ora sono a quattro punti dalla zona Champions.

Merito dell’ennesimo super finale, basti pensare che i padroni di casa in questo torneo hanno realizzato 9 reti negli ultimi 15 minuti, più di qualsiasi altra formazione, mentre i salentini hanno perso finora 5 punti da situazione di vantaggio: solamente Cagliari e Frosinone hanno fatto peggio. Segnalati per dovere di cronaca i robusti fischi all’inno della Lega – nuova nemica – e i cori e uno striscione contro Fabrizio Corona (che risponde con un post feroce), il resto è una partita che poteva finire in tutti i modi, ma certifica come avere grandi giocatori in campo alla fine la differenza in un modo o nell’altro la fa.

In avvio Mou, potendo tornare a disporre di Dybala e Lukaku, sceglie una squadra che cerchi molto le vie centrali, trascurando le fasce. Per questo anche Aouar spesso va a disporsi sulle zolle della trequarti affollando i sedici metri e consentendo ai giallorossi di alzare il baricentro anche coi difensori per facilitare il recupero palla. Per parte sua D’Aversa in partenza colloca Rafia alle spalle di Krstovic per dare un altro punto di riferimento ai lanci della difesa a scavalcare la mediana, senza contare che lo stesso Rafia prova a portare il primo pressing su Cristante e Llorente, come dall’altra parte fa Aouar con l’ottimo Kaba, affiancato in regia da Ramadani.

Il piano partita, però, potrebbe cambiare subito al minuto 5’ se Lukaku segnasse il rigore assegnato dall’arbitro per un “mani” di Baschirotto su tiro di Dybala a centro area. Il belga, invece, calcia centrale e Falcone para: è il primo errore dal dischetto in A per Romelu, che da quel momento pare accusare psicologicamente l’errore. La Roma, comunque, continua a tenere il piede sull’acceleratore, perché prima El Shaarawy e poi Aouar vanno vicino al gol, anche se la cosa più bella della prima frazione è il sombrero su Kaba di Dybala, il cui tiro successivo finisce fuori di un niente.

È il 31’, e se si pensa che al 18’ aveva anche pensato di crossare con una rabona, si capisce perché l’argentino valga il prezzo del biglietto. Nell’ultimo quarto d’ora, però, il Lecce esce fuori dal guscio puntando sulle fasce presidiate da Almqvist e Banda, così prima con Krstovic e poi con lo stesso Banda (che s’incarta sul più bello) fa paura alla difesa romanista.

Nella ripresa ci si aspetta un monologo Roma e invece i salentini decidono di sfruttare meglio gli spazi a disposizione per ripartire. La gara perciò si accende, e se al 9’ Pongracic impegna Rui Patricio, sul ribaltamento di fronte è Falcone a negare la rete a Lukaku. La squadra di D’Aversa, però, non si spaventa e continua a puntare sugli uno contro uno sulle fasce e così al 27’, lo spunto di Banda porta a un palla ribattuta che Alqmvist mette in porta con una rasoiata.

È il vantaggio che costringe Mourinho a mettere in campo tutte le bocche di fuoco che ha in panchina, passando al 4-2-4 che defila Dybala sulla destra, anche se è l’argentino al 34’ che sfiora il pari. Ma il Lecce non arretra, sfruttando anche le incertezze del redivivo Sanches. Anzi, al 40’, il subentrato Strefezza sfiora il raddoppio che blinderebbe persino il sorpasso del Lecce in classifica ai giallorossi. Gli dèi del calcio, però, hanno altri piani.

Avere contro Dybala, Lukaku, Belotti e Azmoun fa scegliere a D’Aversa di virare sulla difesa a tre, che però consegna il finale alla Roma. Tocca a Zalewski servire ad Azmoun (46’) la palla per il colpo di testa che sancisce il suo primo gol in Italia, e a Dybala mettere in moto Lukaku, che si libera del tenero Touba per tuonare il suo sinistro in porta. È il 49’, è il delirio, è la certificazione di una Roma che non muore mai. Lo Slavia Praga e la Lazio sono avvisate.



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