CALCIOMERCATO AS ROMA DYBALA – La notte che ha cambiato il mercato (e la stagione?) della Roma, nella percezione dei tifosi e nella sostanza della squadra, è andata in scena tra domenica e le prime ore di lunedì. Perché Dybala in giallorosso – riferisce Il Messaggero – è stato un lavoro di squadra. Si è giocato su tre tavoli: Torino, protagonista il gm Pinto, Albufeira, con Mourinho e il segretario Lombardo costantemente incollati al telefono e Roma, dove Dan e Ryan Friedkin attendevano notizie.
Un weekend di fuoco iniziato leggermente in anticipo (venerdì sera), quando l’intermediario De Vecchi, molto vicino al ragazzo e vero artefice del riavvicinamento tra il club e la Joya, ha capito che era il momento di sbloccare l’impasse nel quale era caduto il calciatore, in attesa che l’Inter cedesse Sanchez e Dzeko ma incapace di guardarsi attorno.
Così ha riallacciato i rapporti con Pinto e ha prospettato la possibilità concreta che Paulo potesse vestire giallorosso. Nel momento in cui sono state ridotte le richieste economiche, Pinto ha deciso di sedersi al tavolo e giocare la sua partita. Nel frattempo Mourinho tornava a lavorare ai fianchi l’argentino contattandolo nella giornata di sabato, sfoderando quell’arte persuasiva che lo ha reso celebre, vincente e Special negli ultimi 20 anni. Ma vista la portata dell’operazione, la sorpresa è arrivata dalla proprietà statunitense. Silente e discreta ma capace di spiazzare lo stesso Dybala, chiamandolo per il sì decisivo.
Domenica sera all’appuntamento con Pinto in un noto ristorante di Torino c’erano l’agente Antun e Novel, responsabile marketing dell’argentino. Non è stato semplice arrivare a dama. Perché la prima proposta giallorossa (triennale con opzione per il quarto anno) di 4,5 milioni più 1 milione di bonus non aveva convinto Paulo, trincerato a casa. Passare in pochi mesi dai 10 milioni (8+2) offerti dalla Juventus ai 7 (5+2) dell’Inter per arrivare a 5,5, con una base di 4,5 della Roma, veniva vista come una diminutio, considerando soprattutto lo status di svincolato di Paulo.
La seconda richiesta è stata quindi di alzare la parte fissa ma su questo Pinto ha tenuto il punto. Il terzo affondo ha visto invece il gm venire incontro alle richieste del calciatore, aumentando di 500 mila euro l’ingaggio, portandolo complessivamente a 6 milioni. Archiviata abbastanza sorprendentemente la questione commissioni (il club pagherà 4 milioni che saranno elargiti con una forma di dilazione stile Abraham) il nodo sul quale le parti si sono soffermate un po’ più a lungo è stata la clausola rescissoria.
Un aspetto non secondario che probabilmente ha frenato il Napoli (che la voleva di 40 milioni) e che ha visto la Roma abile ad approfittarne. Alla fine, dopo il tira e molla (la proposta giallorossa iniziale era di 30), l’argentino ha ottenuto di potersi liberare con 20 milioni (la durata temporale è però limitata). Un’eventuale exit strategy che in queste ore viene offuscata dalla grandezza mediatica, tecnica e commerciale del colpo della famiglia Friedkin.
Tutti i siti sportivi specializzati in Europa e Sud America ieri regalavano le prime pagine alla Roma. Senza considerare il fatto che la Joya, è uno tra i maggiori influencer sportivi del mondo. Per intenderci: la Dybala mask è conosciuta ovunque, soltanto su Instagram raccoglie 48 milioni di follower e nel complesso, sommando gli altri social, arriva a quota 65 milioni. E così nel giro di un anno, oltre a vincere un trofeo europeo, i Friedkin sono riusciti ad ingaggiare un top manager (Mourinho) e un top player (Paulo Dybala). La crescita promessa dalla proprietà Usa continua. Step by step. E ora anche l’input lanciato da José il giorno della presentazione alla Terrazza Caffarelli (“Serve tempo”) incute meno timore.
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