Azzerare tutto, o quasi, dopo un’annata disastrosa è naturale. Una rivoluzione calma e allo stesso tempo potente, decisa dalla famiglia Zhang (a giugno Jindong, patron di Suning, sarà a Milano) e da cui l’Inter uscirà rimodellata per provare a rientrare in Europa. La prossima sarà la terza stagione nelle ultime cinque senza coppe per i nerazzurri, ma sarà pure la prima di serie A a garantire quattro posti ai gironi di Champions. Scelto Spalletti come nuovo allenatore e in attesa che nelle prossime ore arrivi a Milano Walter Sabatini, coordinatore delle attività sportive di Suning, l’Inter ha stilato la lista dei partenti. La scure di Zhang calerà su uno spogliatoio che ha deluso, per risultati e poca personalità.

Sarà repulisti, anche per le necessità legate al fair play finanziario: l’Uefa impone di mettere a bilancio 30 milioni entro fine di giugno. Qualche nuovo sponsor pescato in Cina aiuterà i conti, ma per farli quadrare servono cessioni. Perisic mette tutti d’accordo e anche in contrasto. Spalletti vorrebbe tenerlo, così come Sabatini: le qualità dell’esterno non si discutono e sarebbe funzionale nel gioco del nuovo allenatore. Però giusto una settimana fa il direttore sportivo Piero Ausilio era in missione a Londra per ascoltare le offerte. Manchester United e Chelsea sono pronti a staccare un assegno da 45 milioni, il Psg può arrivare a 50. Il dubbio dell’Inter è semplice: vendere Perisic per aggiustare il fair play finanziario e avere subito le mani libere sul mercato o trattenere il giocatore e provare (o meglio rischiare) a far cassa con altri? Suning vuole spendere, potrà farlo solo dal 1° luglio dopo essere rientrata nei parametri Uefa. Però per arrivare a giocatori importanti bisogna muoversi in fretta, l’attesa non va d’accordo con il mercato.

Tanti saluteranno l’Inter, certo di andare è Gabigol, costato 30 milioni l’estate scorsa e mai titolare in campionato. Per il brasiliano c’è l’opzione prestito, due le destinazioni: Sassuolo e Bologna. Non ha convinto neppure Banega. L’argentino è arrivato a parametro zero e rivenderlo sarebbe un bel colpo. Non dovrebbe muoversi Joao Mario, strapagato (40 milioni). Sulla carta non si muove neppure il capitano, Mauro Icardi. L’attaccante è stato da poco riconvocato dall’Argentina, ha segnato 24 gol e giurato fedeltà all’Inter. L’anno scorso il Napoli offriva 60 milioni, è rimasto e ha rinnovato, ma non è proprio il centravanti di movimento più gradito a Spalletti. Tra i possibili addii c’è anche quello di Kondogbia, non sarà facile però rientrare dei 35 milioni spesi. Ai saluti è Murillo, destinazione Spagna o Germania. Altro giocatore impresentabile a Milano è il croato Brozovic, criticato dai tifosi per aver postato una foto in pieno relax in piscina.

Vendere è l’ordine. Da valutare pure la posizione del portiere Handanovic. Folta la schiera di chi lascerà: Biabiany, Santon, Palacio e Carrizo (in scadenza, ieri l’Inter ha ingaggiato Padelli), Ranocchia e Jovetic (di rientro dai prestiti) e Nagatomo. Della vecchia guardia resterà poco, senza grossi rimpianti. In entrata si punterà a indebolire le dirette concorrenti, soprattutto la Roma e sono ben avviati i discorsi su Ruediger e Nainggolan. Una strategia usata con successo dalla Juve che andò a pescare Pjanic dai giallorossi e Higuain dal Napoli. Si punta poi Dalbert, terzino sinistro brasiliano del Nizza, 23 anni. A qualche grande colpo (possibile Di Maria del Psg), Sabatini affiancherà giocatori non ancora sotto i riflettori. A Roma Nainggolan e Pjanic li aveva portati lui, a Palermo Pastore e Ilicic. Non ci aveva visto male.

(Corriere della Sera)



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