Rassegna stampa
Inter stoppata: la Roma frena i nerazzurri
NOTIZIE ROMA-INTER 2-2 – Interrotta, l’Inter rimane seconda ma non ottiene il terzo successo di fila. A Roma strappa nel finale un pareggio che significa Champions sicura, però non centra quel meno tre dalla Juve che aumenterebbe le speranze di rimonta-scudetto.
Ora i punti dai bianconeri sono cinque, 72 contro 77, se oggi all’Allianz Stadium la Lazio riuscisse a fare l’impresa aggancerebbe i nerazzurri: verrebbe fuori una bella volata finale, con l’Atalanta in agguato. In casa giallorossa, Fonseca insiste sulla difesa a tre che gli ha permesso il mini filotto di tre vittorie. Per il resto, ridà fiducia a Mkhitaryan e a Pellegrini a ridosso di Dzeko in avanti.
In mezzo Diawara e Veretout, Bruno Peres è incaricato di portare un minimo di spinta in più. Conte investe Brozovic come trequartista: il croato cerca di soffocare Diawara, ne nasce un acceso testa a testa. L’Inter si presenta all’Olimpico con una importante dote: ha la difesa meno battuta della A, con 34 reti subite, esibisce anche il primato di vittorie in trasferta, 11, e si fa forte anche del minor numero di sconfitte, 4, alla pari con la battistrada Juve.
La stranezza dei nerazzurri, gruppo d’alta classifica, sta proprio nell’accusare, di tanto in tanto, passaggi a vuoto preoccupanti. Da dimenticare, per esempio, soprattutto il primo tempo di Verona, uno dei momenti più difficili della gestione di Conte. All’Olimpico, invece, non ci sono tracce di pazza Inter, ma piccole e fatali pause.
A centrocampo, sale di tono Gagliardini, Barella ogni tanto si fa prendere dalla precipitazione, ma comunque garantisce una efficace sponda a sinistra. Brozovic, lasciato più libero di inventare calcio, riscopre la antica vocazione. La vera differenza la marca però Sanchez, che si dimostra ancora una volta irrefrenabile. Il Nino è carico, quando sta bene è il valore aggiunto. In prima battuta viene contrato da Ibanez, poi spalleggiato da Kolarov, che si aiuta sì con l’esperienza, ma spesso va in affanno. Il tourbillon del puntero cileno sopperisce alle evanescenze di Lautaro a intermittenza. A Sanchez nei primi 45’ nessuno riesce a prendere la targa, e lui ne approfitta.
Non sarebbe Inter, comunque, se non ci mettesse almeno un brivido, quasi fosse necessario. La prima occasione è della Roma, che non sfrutta una uscita a vuoto di Handanovic con Mancini: colpo di testa a porta spalancata, fuori clamoroso (9’). Chi invece ha la zuccata giusta è De Vrij, servito su angolo da Sanchez, che beffa Kolarov e Spinazzola (15’). Una volta in vantaggio, i nerazzurri concedono poco.
Dzeko è costretto a sfiancarsi su tutto il fronte d’attacco: sembra che stia ancora lì a fare il provino per Conte, dato che rimane un più che valido obiettivo di mercato. Pellegrini non si sintonizza quasi mai con il capitano giallorosso. Per la gioia di Fonseca, c’è però un Mkhitaryan da collezione. L’armeno prova a imbeccare in area Spinazzola, che sforna una parabola né carne né pesce, poi entra nell’azione del pareggio, prima dell’intervallo. L’1-1 è viziato da una entrata fallosa di Kolarov su Lautaro, valutata al Var e non sanzionata: Mkhitaryan si distende e smista su Dzeko, palla a Spinazzola, tiro deviato da De Vrij a rete. Proteste interiste, ma resta il gol.
Mhkitaryan dimostra di valere il nuovo nome d’arte romano, Mkhitalian, quando va a cercare il dialogo con Dzeko. Il colpo grosso gli riesce al 12’ con parecchia fortuna: scambio dell’armeno con Dzeko, il rinvio di Bastoni è maldestro, la palla resta ballerina, lì a ridosso dell’area piccola: Mkhitalian piomba prima di Dzeko e infilza Handanovic, con il nono in A.
In cima a un’ora di calcio ordinato, ma avaro di conclusioni, l’Inter si ritrova a inseguire. Conte cambia gli esterni, entrano Biraghi e Moses per Young e Candreva, largo a Eriksen al posto di Gagliardini. E poi c’è Lukaku, per Lautaro. I nerazzurri rimangono in partita, l’impressione è che alla Roma manchi la castagna: non sempre Mkhitaryan o Dzeko tirano fuori il coniglio dal cilindro.
Semmai la «magia» la mostra Spinazzola: in area prova a gestire una palla con un controllo da codice penale, su pressing di Moses: combina il pasticcio e scalcia l’interista. Più rigore di così… Stavolta non ci sono stramberie sul dischetto: ci va Lukaku e fa il suo dovere, 2-2 al 43’. Finisce qui, l’Inter è in Champions, per la lotta scudetto non resta che aspettare.
(Gazzetta dello Sport)
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