Luciano Spalletti

La sua giornata romana ieri è scivolata via così: gli incontri con il d.g. Mauro Baldissoni e il d.s. Monchi a Trigoria e quello in programma a tarda sera con il presidente Pallotta. Poi, oggi, Luciano Spalletti racconterà le sue ultime verità giallorosse (sempre che la Roma non lo blocchi, ieri a Trigoria ci stavano pensando su per evitare ulteriori polemiche), per poi prendere definitivamente la strada di Milano, sponda Inter. Intanto, però, ieri sera qualcosa ha anticipato, parlando a «La Partita Perfetta», su Sportitalia: «Ero tornato a Roma per finire il mio lavoro, cosa che è stata fatta, la conclusione è questa. La Roma era in un brutto momento, ho ricreato i presupposti. Non abbiamo vinto, ma a chi interpreta come una sconfitta questo secondo posto dico che abbiamo lavorato tantissimo per raggiungere questa sconfitta. Certo, vista la festa di ieri per Totti mi immagino cosa sarebbe stato vincere lo scudetto».

IL CONTO Già, anche se poi domenica, contro il Genoa, Luciano Spalletti ha vissuto una giornata per alcuni versi surreale, con i fischi che i tifosi della Roma gli hanno tributato sonoramente a più riprese, a tratti addirittura con tutto lo stadio Olimpico coinvolto e apertamente schierato contro il tecnico giallorosso. «I tifosi mi hanno presentato il conto, è da un anno e mezzo che tutti mi ricordano quello che ho fatto – continua Spalletti –. Ma io sono l’allenatore e devo fare delle scelte. Certe parole, però, le ho usate per stimolare la squadra». Squadra che ora andrà molto probabilmente nelle mani di Eusebio Di Francesco, suo team manager ai tempi della prima esperienza romana: «È un po’ zemaniano, ma di lui parlerò solo oggi». Chiusura allora sugli altri tecnici con cui Spalletti ha duellato: «Sarri sul creare la compattezza di squadra è il più bravo di tutti. Ha ragione ad essere dispiaciuto per il terzo posto, il Napoli ha giocato un calcio paradisiaco. Ma anche la Roma ha fatto un gran calcio. Di lui, però, non mi piace quando parla dei rigori che hanno concesso alla Roma, deve fermarsi all’elogio delle qualità della sua squadra. Ma è bravo anche Allegri: la sua Juventus si muove bene, trova la soluzione, fa reparto. E poi Gasperini, l’Atalanta ha avuto uno strapotere fisico imbarazzante, vivono uomo contro uomo sui cento metri. Arrivano prima di te, hanno corsa, recuperano posizioni».

ATTESA INTER Ora la sfida di Spalletti sarà fare reparto con l’Inter. «Il suo è un profilo molto serio, ma vediamo» ha abbozzato ieri sera Walter Sabatini lasciando la sede nerazzurra. A meno di clamorose sorprese (Conte a ore vedrà Abramovich), toccherà al toscano guidare la prima Inter targata Suning. Tutto apparecchiato da giorni con un biennale da 4 milioni a stagione con opzione per il terzo anno. A Milano andranno anche il vice Domenichini, l’assistente tecnico Baldini e il video analyst Beccaccioli. Da definire il preparatore atletico, mentre quello dei portieri rimarrà Bonaiuti, con cui Spalletti ha già lavorato ai tempi di Udine. Da capire quando arriverà l’annuncio, visto che in contemporanea con la conferenza stampa in cui oggi Luciano saluterà la Roma, Walter Sabatini decollerà per Nanchino per vedere il Jiangsu nella Champions asiatica (domani alle 14 italiane il ritorno degli ottavi contro lo Shanghai Sipg di Hulk e Oscar ) e sistemare alcuni dettagli legati all’altra squadra dei cinesi. Ieri il nuovo coordinatore dell’area tecnica di Suning Sports è rimasto in sede tre ore con Steven Zhang, il d.s. Piero Ausilio e il Cfa Giovanni Gardini. Al centro dei colloqui la questione allenatore, il mercato (che però subirà un’accelerazione dopo l’arrivo del tecnico), la divisione dei compiti operativi e l’organizzazione dello stesso Jiangsu.

STRUTTURA E ORIALI Al di là dell’allenatore, Suning sta pianificando a tutti i livelli la prima vera stagione interista. Del mercato leggete a parte, ma delle novità sono da mettere in preventivo anche a livello societario. Aspettando di risolvere il nodo presidenza, al momento infatti c’è una struttura a pettine, come gran parte delle aziende cinesi. Sotto ad un capo ci sono tanti dirigenti tutti a pari livello. Dopo avere esaminato fino ad aprile diversi profili per il ruolo di a.d., la proprietà cinese si sarebbe orientata per una soluzione interna, conferendo la carica proprio a Steven, figlio del boss Jindong, che prenderebbe le deleghe (al momento in mano a Liu Jun, a.d. a interim da novembre) per piazzare i blitz di mercato tanto cari a Sabatini. Malgrado sembri ormai sfumato Conte, da luglio – dopo l’Europeo Under 21 in cui sarà l’accompagnatore degli azzurrini – dovrebbe tornare Lele Oriali con il ruolo di club manager. Una sorta di cerniera tra la Pinetina e la proprietà. Manca soltanto l’ok definitivo dei cinesi.

(Gazzetta dello Sport – A. Pugliese)



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