Il Comune ci (ri)prova a restituire vita allo Stadio Flaminio, oramai abbandonato da un quinquennio abbondante e ridotto in condizioni disastrose. Lo ha annunciato l’assessore allo Sport (ed ex vicesindaco), Daniele Frongia: «Il Flaminio, oltre ad essere un impianto sportivo è un’importante opera architettonica e un bene di interesse artistico e storico sotto tutela. Gli eredi di Pier Luigi Nervi detengono la proprietà intellettuale e i diritti morali sull’opera. Abbiamo quindi iniziato il percorso di riqualificazione dello stadio e dell’area circostante partendo da un confronto con l’ingegner Marco Nervi con cui abbiamo subito deciso di partecipare al bando “Keeping it Modern” della Getty Foundation che mira a finanziare i progetti volti al mantenimento del patrimonio architettonico moderno». Curve ridotte quasi allo stato di collasso, degrado diffuso di tutti gli ambienti, manto erboso distrutto: ci aveva provato a suo tempo la Giunta Alemanno, con l’allora Sindaco che a gennaio 2010 annunciava l’avvio dei lavori entro l’estate per fare del Flaminio la casa del rugby.
Nel 2011, con la sconfitta nello spareggio per la promozione in B dell’Atletico Roma contro la Juve Stabia, iniziò il percorso del tracollo finale. Oggi le stime parlando di un costo non inferiore a 25 milioni di euro per la sola ristrutturazione cui poi vanno aggiunti almeno 3 milioni di euro l’anno per i costi gestionali, ai quali potrebbe far fronte la Nike grazie a un accordo in via di definizione col Campidoglio. Dopo aver deciso di rinunciare ai fondi per la candidatura olimpica, si sarebbe potuto usare la legge Stadi che permette di finanziare ristrutturazioni di impianti esistenti con cubature in compensazione. Ma dopo le polemiche sul progetto giallorosso di Tor di Valle basato proprio su questa norma, sarebbe stato arduo per la Giunta Raggi e l’assessore Berdini accettare nuovo «mattone» per il Flaminio. Ora, la Raggi e Frongia ci riprovano: «Ho formalizzato, con la sindaca e l’assessore Berdini, l’interesse da parte di Roma Capitale a reperire i fondi del bando al fine di analizzare lo stato attuale dell’impianto e definire i passi successivi».
(Il Tempo – F. Magliaro)
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