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Rassegna stampa

Irrompe la Roma!

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Non pensiamo che adesso la Roma sia l’unica anti-Juve e il Napoli resti fuori dai giochi. Il torneo è lungo, la continuità non è stata fin qui l’arma letale dei giallorossi e tutto può succedere. Certo la risposta dallo spareggio tra le «seconde» è stata inequivocabile. Ben più del 3-1 finale e del fatto che al miglior Dzeko possibile – 2 gol e gran movimento – il Napoli abbia replicato con il buio oltre Milik. La Roma sembra una «squadra»: organizzata, verso la risoluzione dei dolori di crescita, pratica un calcio totale. Invece il Napoli pare allo sbando, con poche idee, sorretto dalla furia di Hamsik e Allan finché dura, e con scarsa adattabilità ai cambi. C’è da inventarsi qualcosa, anche perché il polacco non è sostituibile, non da questo Gabbiadini almeno: il secondo k.o. di fila, e la prima sconfitta al San Paolo, novità assolute da quando c’è Sarri, sono tutt’altro che casuali. Fino a ieri la Roma aveva conquistato 1 punto su 9 in trasferta, col bosniaco a secco: i suoi primi gol, e una manovra che predilige ripartenze letali, potrebbero essere la svolta.

DOPPIO MODULO SPALLETTI – Non inganni neanche il teorico equilibrio fino alla fesseria di Koulibaly che perde palla e innesca la catena Salah (cross), Nainggolan (velo) e Dzeko (gol). Un equilibrio tutto a favore della Roma: che così aveva impostato la partita e così prima o poi l’avrebbe chiusa. Merito soprattutto di Spalletti. Scherza ma non tanto, il tecnico, quando parla di sistema con difesa a «tre e mezzo»: perché la Roma non è facilmente definibile tatticamente, se non spiegando la sua duplice fase. Un 3-4-1-2 offensivo che si trasforma in un 4-1-4-1 difensivo. Niente di nuovo nel calcio moderno, si direbbe, ma non è proprio così perché del cambio – e dei rischi potenziali – il Napoli non può mai approfittare: Florenzi, l’uomo chiave, il terzino-ala, è così veloce e diligente da creare due «Rome» in un battito di ciglia.

SPETTACOLO DZEKO-SALAH – Non solo Florenzi naturalmente. Spalletti si prende dei rischi ma vince perché distanze e sincronismi sono perfetti. Così la Roma può permettersi un Perotti larghissimo, ma comunque protetto da Juan Jesus. Per non dire di Salah, seconda punta con il solito «tremendismo» da centometrista: il Napoli non ha contromisure alle sue ripartenze da lontano. E poi Dzeko che sembra quello del City per come si muove a tutto campo, «9» moderno che tiene alta la squadra e s’avventa in area senza che Maksimovic e lo stesso Koulibaly avventato possano opporsi. Abituato al 60% medio di possesso, come il collega Sarri, Spalletti preferisce abbassare il baricentro, far circolare la palla da sinistra a destra per attirare il Napoli sul lato di Perotti e far scattare la velocità sull’altro fronte, con Salah.

COME MANCA MILIK – C’ è di mezzo l’errore difensivo, vero, ma il Napoli non fa quasi mai paura. In realtà Sarri, nel canonico 4-3-3, comincia attaccando centralmente, con triangoli stretti in profondità, e soprattutto con Hamsik che si accentra tra le linee a disturbare Paredes, mentre Allan s’infila da destra. Poi preferisce allargare il gioco, riproponendo gli affondi sulle fasce e gli incroci. Mancano però lucidità, cross e, tantissimo, Milik. Il polacco ha una velocità e una profondità che Gabbiadini non può replicare perché non è mai stato questo tipo di giocatore: scarsa intesa coi compagni, tempi e movimenti sbagliati, pericolosità zero. Pericolosissimo invece Dzeko che, su punizione di Florenzi, infila di testa il 2-0 libero da marcature serie.

CAMBI URGENTI – Con l’entrata di Mertens per Gabbiadini sembra un altro Napoli. Avrebbe a disposizione quasi un tempo per recuperare, grazie anche al gol immediato di Koulibaly: 1-2 al 13’ della ripresa non è un dramma. Ma è un’illusione: il belga crea spazi e movimenti ma la manovra si fa generosa quanto confusa, tanto che è sempre la Roma la più pericolosa. Il 3-1 di Salah, da un rimpallo sì, ma con velocità e precisione incredibili, e altre occasioni quando entra El Shaarawy, sono il messaggio più chiaro per Sarri. Aspettando Milik c’è troppa prevedibilità e scarsa copertura: Hamsik «10» e il Diawara versione Bologna potrebbero costituire un rombo interessante, e forse Gabbiadini in un sistema a due punte sarebbe meno sperduto.

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(Gazzetta dello Sport – F. Licari)

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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