Nicolò Zaniolo

AS ROMA NEWS LUDOGORETS ZANIOLO EUROPA LEAGUE – “Olé olé olé, Nico, Nico”. Finisce così, inneggiando Zaniolo, eroe della notte dell’Olimpico. E pensare che nemmeno doveva giocare se il ricorso alla Uefa non fosse stato accolto. Il conto per il Ludogorets è pesante: una rete e due rigori procurati. Ci volevano i gol e un po’ di anima per non cadere negli inferi di una Conference già vinta poco più di cinque mesi fa e non era necessaria una replica, scrive Il Messaggero.

La Roma si complica la vita (e rischia fino all’ultimo) ma alla fine, con quell’anima e con quei tre gol (uno annullato ai bulgari), arriva a dama e non retrocede ma vola al playoff di Europa League, dove troverà uno degli squali (citando Mourinho) calati dalla Champions. Non è il massimo, ma è già tanto. E’ un obiettivo messo in cassaforte, questo sì. Zaniolo crea e trasforma, Pellegrini trasforma e basta (due rigori), l’Olimpico si accende di canti e colori.

Ci vogliono due rigori nella ripresa e un grande Zaniolo a rimediarli e a sigillare la rete della sicurezza per scacciare gli incubi di un primo tempo osceno e terminato sotto di una rete. Ci vuole la mano doppia di Mou che, pensando anche al derby, sceglie una formazione scarica e la rigenera nella ripresa con colpi di frusta e cambi illuminati. E ci vuole un po’ di buona sorte, che stavolta non è scappata via con il Ludogorets. In mezzo, Zaniolo fa il resto. E anche il derby che sarà, è servito. Meglio arrivarci così.

Mourinho in avvio punta sulla strana coppia, Abraham-Belotti e preferisce Viña a Kumbulla. Zaniolo parte della panchina. A riposo anche l’esausto Cristante. La Roma prova a prendere subito di petto il match. Ma si soffre, eccome, liscio non va nulla. Ci provano Pellegrini, El Shaarawy e Matic. Il rischio è dietro le spalle e la velocità dei bulgari provoca qualche brivido, va al tiro Tekpetey che alza quasi in curva e si becca pure qualche fischio (e non solo).

Funziona bene il giro palla ma tutto si ferma quasi sempre al limite dell’area, come se il gol dovesse arrivare per grazia ricevuta: Belotti e Abraham non riescono a smarcarsi, non riescono a fare nulla. Il Gallo stecca un eurogol, sparando – al volo – in cielo una bella palla di Karsdorp, Tammy è lontano dalla porta, sempre. Le occasioni le crea il Ludogorets, che si avvicina alla porta di Rui Patricio col solito Tekpetey e con Cauly. E prima o poi qualcosa va storto e una botta di Rick, che scappa a Camara e Pellegrini, fulmina il portiere della Roma e gela i sessantamila dell’Olimpico, che alla fine del primo tempo fischiano la squadra. Un qualcosa a cui, da queste parti, non eravamo più abituati.

Mou si accorge che la squadra iniziale, pensando anche al derby, era sballata e corre ai ripari. Nella ripresa si rivedono Cristante, Zaniolo e il baby Volpato, fuori il Gallo, Karsdorp e un confuso Camara. C’è un altro spirito, un’altra anima. Altre trame, in porta si arriva più facilmente ed è protagonista il portiere Padt, che stoppa un po’ tutto. Ma un rigore accende le speranze, se lo procura Zaniolo, colpito da Cicinho nel cuore dell’area. Pellegrini fa centro: esecuzione perfetta. La Roma ha capito come si gioca a calcio. Una questione di testa più che di gambe.

Mou cerca una maggiore energia e manda dentro Zalewski al posto di Matic, che nell’opaco primo tempo è stato uno dei meno peggio. L’energia arriva sempre da Nicolò, abile a procurarsi il secondo tiro dal dischetto, che Pellegrini realizza, con la stessa freddezza di qualche minuto prima. Rimonta completata, l’ennesima in stagione, la seconda consecutiva dopo Verona. Il Ludogorts pareggia ma la rete viene annullata a Nonato dopo un controllo al Var (falletto su Ibanez). Poi, a rendere gli ultimi minuti meno ansiogeni, ci pensa, e chi se no? Zaniolo, che si conferma uomo delle notti di coppa. Troppa grazia.



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