ULTIME NOTIZIE AS ROMA ZANIOLO – Tra i “fratelli d’Italia” manca lui. Il più giovane, fino a pochi mesi fa il più atteso, di sicuro il più rimpianto. Nicolò Zaniolo guarda la Nazionale in tv vedendo in tralice quello che sarebbe potuto essere e non è stato, ma anche quello che sarà. Perché il futuro non finisce mai, e il Mondiale, in fondo, è già dietro l’angolo, soprattutto per uno che ha così voglia di calcio da correre il rischio di azzannare il pallone piuttosto che di calciarlo. Sarà per questo, forse, che a suo modo anche lui è stretto “a coorte” come gli azzurri del c.t. Mancini, in attesa del Belgio e di un sogno da far lievitare.
Nicolò, come si sente dopo quasi un anno di astinenza dal calcio?
«Come un ragazzo che vuole solo giocare. Ora sto benissimo e non vedo l’ora di ricominciare. La nuova stagione è alle porte, però adesso c’è l’Europeo, e non vorrei perdermi niente di quello che accade», dice Zaniolo a La Gazzetta dello Sport.
In questi mesi senza calcio, quali sono le cose belle che ha scoperto intorno a sé?
«Molte le conoscevo già. L’affetto infinito della mia famiglia, la cura che ha avuto per me la Roma e la vicinanza dello staff del mio agente (Claudio Vigorelli, ndr), la bravura di chi mi ha rimesso in piedi, e non parlo solo del professor Christian Fink, il chirurgo che mi ha operato al ginocchio, ma di tutti quelli che hanno lavorato per me e con me. La sorpresa, però, è stata rappresentata dalle migliaia di messaggi dei tifosi della Roma e di altre squadre».
Ci dica il nome di qualcuno che l’ha particolarmente inorgoglita mandandole il suo “in bocca al lupo”.
«Mi hanno fatto molto piacere i messaggi ricevuti da altri giocatori come Modric, uno di quelli che stimo di più in assoluto, oppure Depay. Sono cose che mi hanno commosso, così come l’affetto di tanti miei colleghi e, come posso dire, addetti ai lavori. Penso a Carlo Ancelotti, che nelle settimane più difficili ha provato a consolarmi, spiegandomi i grandi passi in avanti fatti dalla medicina rispetto ai suoi tempi. E se ce l’aveva fatta lui, potevo riuscirci anche io».
Immaginiamo che anche la Nazionale non le avrà fatto mancare vicinanza. Lei sta ricambiando?
«Certo! Tifo come un matto davanti alla televisione quando gioca l’Italia».
Com’è stato il giorno in cui ha capito che non ce l’avrebbe fatta a partecipare all’Europeo?
«È stata una giornata difficile. Ci siamo sentiti io e il mister Mancini per parlare della convocazione in Nazionale, ma siamo arrivati alla conclusione che non ce l’avrei fatta ad essere pronto per giugno. Tutto questo anche per rispetto dei miei compagni che hanno giocato l’intero anno mentre io purtroppo, a causa del mio infortunio, non sono riuscito a farlo. Adesso, però, guardo avanti. Il prossimo anno c’è il Mondiale, e non nascondo che stavolta mi piacerebbe davvero esserci».
Sorpreso dal cammino degli azzurri?
«Per niente. So quanto valgono i miei compagni e quanta forza sono riusciti a creare facendo gruppo. I titolari non sono solo undici, ma tutti quanti. E guardi che non è una frase fatta, visto quello che hanno dimostrato negli ottavi di finale proprio nella partita contro l’Austria: chi entra, decide la partita. Si vince tutti insieme».
Sta con loro anche riguardo alla questione dell’inginocchiarsi o meno?
«Al cento per cento. Quello che decidono loro, per me è sempre la cosa più giusta da fare».
Nicolò, cominciamo a preoccuparci, dove è finito il “bad boy” di cui parlavano le cronache? Adesso sembra essere diventato un calciatore modello.
(ride) «Devo ancora migliorare, ma si diventa uomini anche sbagliando».
Sbaglieranno gli azzurri contro il Belgio?
«Credo proprio di no. Intendiamoci, loro sono forti. Hanno Lukaku – che è un fenomeno – e chissà se recupereranno anche De Bruyne ed Edin Hazard. Insomma, se sono al primo posto nel ranking Fifa ci sarà un motivo più che valido. Detto questo, abbiamo giocatori in grado di metterli in difficoltà e, contemporaneamente, di stoppare i loro punti di forza».
Quali saranno gli azzurri protagonisti, secondo lei?
«Niente nomi, perché non voglio fare torto a nessuno. La nostra forza è il gruppo, e naturalmente avere un c.t. come Mancini, che del calcio ha conosciuto tutti gli aspetti».
Crede davvero che possiamo vincere l’Europeo?
«Non dico niente, perché ha visto cosa è successo alla Francia campione del mondo, ma arrivati a questo punto, secondo lei, quale nazionale non avrebbe paura dell’Italia? Credo nessuna».
Ci pensa che potrebbe vedere la partita col Belgio, in linea d’aria, a poca distanza da Mourinho, atteso proprio in quelle ore nella Capitale?
«Alt, di Roma non parlo. Dico solo che siamo tutti gasati, perché non vediamo l’ora di dimostrare a Mourinho quanto valiamo. È un grande allenatore e ha vinto tanto. Per me è un onore essere allenato da lui, perciò non vedo l’ora di cominciare».
Impressioni? Il “fratellino d’Italia” è pronto a risalire sulla giostra. Il futuro nel segno di Zaniolo può ricominciare.
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