Dietro la siepe del Laurent Blanc, le urla di Conte. Richiami mirati nelle esercitazioni tattiche che portano dritto alla sfida di domani sera a Lione contro il Belgio. Alza la voce e guida i difensori e gli esterni. I suoi giocatori devono essere preparati per il debutto. Lo aiutano, sistemati sui lati del campo, il vice Alessio, i collaboratori Sandreani, Carrera e anche Gianluca, il fratello del ct. Le mosse, preparate da giorni, sono state analizzate nella sala video sia venerdì mattina che ieri pomeriggio. Il 3-5-2 non deve essere statico, ma camaleontico. I jolly azzurri, da Darmian a Candreva, da Giaccherini a Florenzi, sono qui per permettere all’Italia di cambiare assetto in partita.
CONQUISTA DEL TERRITORIO «Più alti, dai venite su. Salite». Conte si rivolge a Barzagli, Bonucci e Chiellini. Li vuole vicini alla linea di centrocampo. Perché in quella zona l’Italia deve riconquistare il pallone e magari sorprendere il Belgio con qualche ripartenza veloce o con verticalizzazioni improvvise. Con l’aiuto delle immagini ha spiegato ai tre difensori che la pressione su Lukaku è fondamentale. Non deve avere pause, per non permettere al centravanti di girarsi. Perché può partire lui o lanciare De Bruyne e Hazard. Ai suoi senatori ha ripetuto che non gli va lasciato spazio: se lui ha libertà, è quasi certo prendere gol, per la qualità e la velocità degli attaccanti di Wilmots. Ecco perché è utile che la linea difensiva si avvicini al centrocampo: reparti stretti per non consentire l’uno contro uno agli avversari. Barzagli, Bonucci e Chiellini sono di riferimento per il sistema di gioco e per la Nazionale. Guidano, in tre, i compagni. Con attenzione ai movimenti del fuorigioco: l’assistente Beck, collaboratore di Clattenburg, è famoso per le gaffe. L’ultima nella finale di Champions a San Siro: gol irregolare concesso a Sergio Ramos.
ALL’ATTACCO IN SEI Conte, a prescindere da chi farà giocare sugli esterni, chiederà a cinque-sei giocatori di andare all’assalto della difesa belga che non sta messa bene. Il 3-5-2 in fase offensiva somiglierà al 3-3-4 che ha provato a lungo a Coverciano e utilizzato a Verona contro la Finlandia nell’ultima amichevole prima di venire qui. Oltre alle due punte centrali, una che viene incontro e l’altra che va in profondità, devono scendere sui lati gli esterni e inserirsi le due mezze ali. Con il regista appostato sulla trequarti per chiudere ogni accenno di ripartenza. Da due giorni il Ct sta insistendo sugli stessi interpreti: Candreva a destra e Darmian a sinistra, Parolo e Giaccherini intermedi e De Rossi play.
COMPATTEZZA OBBLIGATORIA Darmian, per qualche giorno, non è stato schierato con i titolari. Conte gli ha preferito El Shaarawy, promosso per come si è sacrificato in fase di non possesso palla contro la Finlandia. Ma l’Italia, soprattutto quando è partita con il 3-5-2, ha spesso avuto il terzino su una delle due corsie, destra o sinistra fa lo stesso. Darmian, nelle ultime ore, ha superato di nuovo El Shaarawy che comunque resta in corsa per partire dal primo minuto. Il ct guarda all’equilibrio che consente alla Nazionale di giocare da squadra. E al tempo stesso, se serve, di sistemarsi con il 4-4-2: Giaccherini si allargherebbe a sinistra, Darmian scivolerebbe in difesa, sulla stessa fascia, e Barzagli diventerebbe terzino a destra. Ma solo in alcune fasi del match. Bernardeschi è il cambio degli esterni, come Florenzi che, però, lo è anche degli interni. Nelle esercitazioni, l’Italia si è preparata ad affrontare il 4-3-3 di Wilmots, sapendo che Fellaini spesso avanza per il 4-2-3-1 in fase offensiva.
BALLOTTAGGIO FINALE Conte, ieri mattina, è tornato alla coppia preferita per l’attacco: Eder accanto a Pellè, Zaza prima alternativa all’italo brasiliano.
(Il Messaggero – U. Trani)
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