ULTIME NOTIZIE ITALIA MANCINI – Sono i giorni di crisi, di tristezza e riflessioni, degli allenamenti che nessuno ha più voglia di fare, finalizzati a una partita, Turchia-Italia, a Konya martedì, che in pratica è un’amichevole (vale per il ranking). Roberto Mancini è tormentato: resto, vado. Aspetta. Non ha fretta, coma la Figc. La squadra, da lui, ha percepito subito dopo il fischio finale della sfida del Barbera che non c’era grande possibilità di continuare insieme («vi vorrò sempre bene»), è stato troppo grande il botto, scrive Il Messaggero.
Mancini davvero non se lo aspettava, e dopo la sconfitta era un pugile suonato. Ieri a Coverciano ha mostrato l’altro lato del carattere, ha cercato di dare forza al gruppo, come se si sentisse ancora (e di fatto lo è) il ct. Ma in realtà sta solo pensando e non vuole sbagliare. Si chiede i pro e i contro di una decisione.
Da una parte pensa che il suo percorso sia al capolinea, anche se sono in tanti a volerlo trattenere, dall’altra crede che il progetto da lui cominciato può avere un futuro. La decisione spetta a lui, insomma. E adesso, la Figc si trova a dover percorrere un doppio binario: cercare di convincere Mancio a restare e allo stesso tempo sondare un altro terreno, più di un altro terreno. Per il presidente Gabriele Gravina esiste un progetto fino al 2026, anno in cui scade il suo mandato e per lui non ci sono motivi di continuare senza l’attuale commissario tecnico. Perderlo, significherebbe aprire una crisi più grossa di quella che è.
La Lega Serie A sta pure studiando un torneo da organizzare tra le 20 squadre del massimo campionato proprio durante la prossima Coppa del Mondo, che si giocherà tra novembre e dicembre 2022. Un progetto nato con l’idea di tenere comunque allenati i calciatori che non scenderanno in campo in Qatar, ma anche puntando ad aumentare la propria visibilità all’estero. Non è certo questo che ingolosisce Mancini, la decisione verrà presa su altre basi.
Un nome che circola da tempo è quello di Fabio Cannavaro, Pallone d’oro e capitano dell’Italia campione del Mondo nel 2006. Otto anni di esperienza in giro per il mondo, dagli Emirati all’Arabia, fino alla Cina, nella quale ha svolto pure il ruolo di ct. Cannavaro verrebbe affiancato da un altro totem del giro azzurro, Marcello Lippi (lui ha guidato la squadra del 2006 alla vittoria del Mondiale in Germania), che ha sempre dichiarato di aver smesso con il calcio, ma quel ruolo di direttore tecnico, sempre sfumato in extremis, gli è rimasto qua.
Al momento, non è stata presa nessuna decisione, anche se l’ipotesi della coppia Mondiale convince poco i vertici federali. Un altro in ballo è Stefano Pioli, in auge ora con il Milan. Nessuno si è fatto vivo con Claudio Ranieri, a cui farebbe piacere guidare l’Italia. Serve un nome di grido e quando si parla di questo, si pensa sempre a Carlo Ancelotti, ora tecnico del Real Madrid e quindi non disponibile. Ma l’eventuale nuovo ct non deve essere nominato adesso, la Figc è ancora convinta di andare avanti con Mancio e soprattutto non ha fretta. I primissimi impegni della Nazionale sono nella prima quindicina di giugno (quattro partite dal 4 al 14, due volte con la Germania, con Argentina e Ungheria), quindi c’è tempo. Da via Allegri arriva il no anche ad Andrea Pirlo, altro nome circolato nel post Italia-Macedonia, così come quello di Montella.
«La partita l’abbiamo tenuta in mano ma l’attacco non è stato un granché. Cosa avrei fatto di diverso? Avrei chiamato Balotelli, perché ha una forza fisica incredibile e davanti alla porta non lo ferma nessuno. A volte fa qualche stupidaggine ma io lo avrei chiamato». Queste le parole della mamma di Mancini, Marianna Puolo, ospite di Rai Radio 1. Entra nei dettagli tecnici, insomma, prima di sfiorare la sfera psicologica, che riguarda Roberto. «La più grande delusione per lui. Si, perché nella sua carriera più o meno ha sempre fatto bene. L’ho sentito, era dispiaciuto ma si sa che queste cose accadono nello sport».
L’eliminazione, secondo la madre del ct, è frutto di una situazione che «ci siamo creati da soli: errori come quelli dal dischetto di Jorginho ci sono costati molto. Certo non l’ha fatto apposta poverino, ma se poi sbagli due o tre rigori alla fine la paghi. Poi la Macedonia ha fatto solo un tiro sbilenco e ha segnato… forse Donnarumma ci poteva anche arrivare ma ora inutile parlarne».
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