Candreva è out, De Rossi ancora no. Ma Conte si prepara al peggio. Il regista non si allena e, di conseguenza, ha pochissime chance di giocare. Così il ct, sabato sera contro la Germania, rischia di perdere per il quarto di finale a Bordeaux anche il terzo titolare. Il centrocampo, dunque, è in piena emergenza, perché anche Thiago Motta, squalificato per i gialli presi contro il Belgio e la Spagna, non ci sarà. Settore più che dimezzato, guardando ai 23 convocati per l’Europeo, e ridotto, contando pure chi è rimasto, ai minimi termini. Perché lì in mezzo sono usciti di scena, prima di arrivare in Francia, i punti fermi Marchisio e Verratti, più il ricambio Montolivo.
TENTATIVO DISPERATO De Rossi sta meglio. Ma questo non sta a significare che è recuperabile. La fisioterapia e qualche trattamento mirato sono serviti a rimetterlo in piedi in questi due giorni. Non zoppica più e si muove con più disinvoltura. Il tempo non gioca a suo favore, ma lui ha già detto a Conte che farà di tutto per esserci contro la Germania. È stato colpito al muscolo sopra il ginocchio da Nolito ad inizio partita. Ma poi ha giocato altri 40-45 minuti. Troppi. E, oltre all’ematoma, gli accertamenti hanno evidenziato una piccola lesione, come ha spiegato il professor Castellacci. Che però non lo considera fuori (e c’è da chiedersi perché), come fece la settimana scorsa con Candreva: «Durante la partita contro la Spagna, Daniele ha subito un violento trauma contusivo all’altezza della coscia, si è provocato un ematoma e una disinserzione delle fibre del vasto laterale. Stiamo facendo di tutto per recuperarlo per la sfida contro la Germania, non ci precludiamo nulla. Siamo ben consci, tuttavia, del serio problema e del tempo a disposizione che non è molto».
LA POSIZIONE DI PAROLO Conte deve ovviamente preparare la partita di Bordeaux senza De Rossi. In mattinata ha dunque provato il 3-5-2 con Sturaro unica novità tra i titolari che, per dieci-undicesimi, sono gli stessi del successo contro la Spagna a Parigi. «Dovrò adattare qualcuno» ha spiegato a caldo il ct. A centrocampo, in mezzo alla linea a cinque, ha sistemato Parolo che, per fisico e palleggio, sembra l’interprete più pronto per giocare in quella posizione. C’è da aggiungere che, nel sistema di gioco dell’Italia, il play di solito si dedica poco o niente all’impostazione. De Rossi, più di Thiago Motta, fa il difensore aggiunto e spesso lascia la regia a Bonucci, cioè al centrale del blocco Juve. La Nazionale sceglie sempre e comunque la verticalizzazione da dietro per sorprendere gli avversari. Il centrocampo, quindi, viene spesso saltato. In quella zona si ruba palla e soprattutto si cerca la superiorità numerica.
STIRAMENTO CONFERMATO Tornando al professor Castellacci, va registrato l’aggiornamento sulle condizioni di Candreva che non ha ancora ripreso a lavorare (si è infortunato il 17 a Tolosa e si è fermato di nuovo il 25): «Antonio ha subito una lesione di primo-secondo grado all’adduttore, ha provato a recuperare ma non ce l’ha fatta. Ha avuto miglioramenti ma non tali da essere reintrodotto in squadra. Le indagini strumentali eseguite successivamente hanno confermato il miglioramento ma non la guarigione della lesione. E’ con noi, sta continuando a lavorare per arrivare alla guarigione. Non ha avuto alcuna ricaduta, tanto è vero che gli esami hanno evidenziato addirittura un progresso». La diagnosi, insomma, diventa ufficiale dodici giorni dopo lo stop a Tolosa. La lesione muscolare, però, è stata sottovalutata. Perché il 25 mattina, a due giorni dalla gara con la Spagna e una settimana dopo lo stop contro la Svezia, Candreva è stato spinto a forzare. Ma si è di nuovo fermato, arrabbiandosi, perché il problema non era ancora superato. Chiamiamola, se si può, ricaduta.
(Il Messaggero – U. Trani)
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