Roberto Mancini

ULTIME NOTIZIE ITALIA MONDIALI 2022 MANCINI – In anticipo di un giorno, e pure brutto: non un gran regalo di compleanno per Roberto Mancini. Dal portoghese Tiago un pacchetto complicato da scartare: il Portogallo, la rivale che aveva chiesto al destino di evitare, scrive La Gazzetta dello Sport.

In collegamento video, il Mancio ha cercato di rispolverare lo stesso sorriso confidente esposto dopo i pareggi con Svizzera e Irlanda del Nord: «Noi andremo al Mondiale», disse. Ma il dovere di tenere alto il morale non cancella il diritto ad un umano senso di inquietudine. L’ottimismo del c.t., dunque: «Bisogne essere sempre fiduciosi e positivi, soprattutto nei momenti più difficile». E il realismo imposto dall’urna: «Non è un bel sorteggio. Poteva andare un po’ meglio».

Poteva sì. Perché «il Portogallo è la più forte» e in semifinale incontrare la Macedonia è una consolazione da poco: «In una partita secca le difficoltà ci sono sempre. La Macedonia ha giocato un ottimo girone di qualificazione e vincere non è mai facile, lo abbiamo visto contro la Svizzera. Il calcio è così: serve subito una gran partita e poi vedremo dove andremo a giocare la finale».

Come dire: non è scontato che sia in Portogallo, nel caso. Ma se davvero è «la più forte», oggi è più probabile che possibile. E Mancini ha già riaperto il libro delle motivazioni, il trattato di psicologia che però due settimane fa non è bastato: «Purtroppo il sorteggio rischia di metterci di fronte: se sarà così, ce la andremo a giocare. Sicuramente come noi avremmo evitato loro, loro avrebbero evitato noi: è reciproco».

Come andarsela giocare, e con chi, sarà oggetto di riflessioni nei prossimi mesi. Mancini non ha garanzie – e chissà se ne avrà – sulla possibilità di iniziare il raduno qualche giorno prima di domenica (sera) 20 marzo. Al momento sa che avrà uno stage a fine gennaio per evitare di rivedere la squadra solo dopo quattro mesi di vuoto e che probabilmente, se vorrà, in quella occasione potrà perlomeno testare Joao Pedro e Luiz Felipe: «Ne dobbiamo parlare, valuteremo».

E valuterà senza farsi annebbiare gli occhi dalla riconoscenza, ma neanche lasciandosi guidare dal profumo delle novità a tutti i costi. «Joao Pedro è un ottimo attaccante e conosce il calcio italiano da anni. Ma noi abbiamo giocatori bravi, che hanno vinto da poco l’Europeo. Non dimentichiamo cosa hanno fatto quattro mesi fa». Però anche in questo caso Mancini non sfugge al richiamo del pragmatismo: «Una magia come quella si crea solo in certi momenti, se si sta tanto tempo insieme».

Non staranno tanto insieme, lui e i ragazzi: «E dunque la cosa più importante sarà avere tutti a disposizione». Almeno quello, visto il rosario di indisponibili che ha appena fortemente condizionato la doppia sfida fatale con Svizzera e Irlanda del Nord. E se deciderà ancora un rigore, chi lo tirerà? «Intanto speriamo ce lo diano: uno lo troveremo». E questo il Mancio lo dice senza riuscire a sorridere granché, stavolta: bastava segnarne anche uno solo dei due che ci hanno “condannato” contro la Svizzera, e oggi festeggerebbe ancora meglio i suoi 57 anni.



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