Nicolò Zaniolo

ULTIME NOTIZIE ITALIA TURCHIA – Tre milioni da incassare, punti per il ranking e una brutta figura da evitare. L’amichevole contro la Turchia a Konya dimentica il presente e si proietta nel futuro. E Mancini, nel bene e nel male, è ancora il direttore d’orchestra. A lui viene chiesto di ricostruire, una ripartenza in grande stile. Quello stile che è mancato a Palermo, anche per come gli azzurri hanno lasciato lo spogliatoio: sporco, in pessime condizioni. Per la seconda volta, scrive Il Messaggero.

I club di serie A si sono messi di traverso, questo Turchia-Italia è un intralcio: hanno provato a recuperare qualche giocatore, in questo momento storico più utile per la prossima giornata di campionato (c’è Juve-Inter) che non per la Nazionale. E siamo alle solite, all’annoso tira e molla con i club.

Qualche big ha mollato ed è già a casa (il web non ha perdonato, e sono arrivati insulti e offese), e non sono esclusi altri forfait, visto che la Nazionale lascerà Firenze dopo l’allenamento del mattino (a rischio Barella e Gollini). Ieri al gruppo dei ritirati si è aggiunto Luiz Felipe, convocato e mandato in tribuna a Palermo.

C’è chi, per problemi fisici, ha dovuto abbandonare la barca nei giorni scorsi (vedi Mancini e Berardi, oltre, appunto, all’italo brasiliano della Lazio), ma chi ha pensato di evitarsi lo scomodo viaggio non ha mostrato grande stile o senso di appartenenza in un momento delicato per la Nazionale. Anche in passato ci sono stati calciatori che per un minimo problema fisico hanno abbandonato il ritiro azzurro per far ritorno al club di appartenenza, un comportamento che ha fatto male alla Nazionale e che né Figc né il tecnico sono riusciti a evitare o lo hanno fatto solo in parte.

Il ct Mancini raccoglie i cocci e punta su quei senatori che ancora sono al suo fianco, vedi Chiellini e Bonucci, in più ci sono i giovani che dovranno mettersi sulle spalle il peso della maglia della Nazionale. Domani toccherà a loro e non sarà semplice, visto che di stimoli ce ne sono pochi e il morale è a terra.

Lo stimolo è non mollare quella maglia, perché un giorno potrà tornare a dare soddisfazione. Il compito del ct è complicato in questo momento, ha la pressione della Figc addosso (che vuole trattenerlo) e il dovere di non consegnare alla storia un’altra serata malinconica. Mancio, lo ha detto lui stesso, deve pensare al futuro, a mettere le nuove basi: riparte da un attacco nuovo, Immobile e Insigne ultimamente non sono stati all’altezza e forse è stato un errore insisterci troppo.

Al tecnico è mancato Chiesa, che solo parzialmente è stato rimpiazzato da Berardi, che ieri, con un post, si è scusato per l’errore del Barbera «dovevamo e potevamo dare di più. Non ci sono tante cose da aggiungere. Se non, scusateci per questo disincanto. Noi lavoreremo per tornare a farvi sognare. Insieme. Uniti. Azzurri». Scamacca è il dopo Ciro, domani, al centro dell’attacco ci sarà il bomber del Sassuolo, 13 gol in campionato.

Mancini darà una chance anche a Zaniolo, convocato non partecipante fino a questo momento. Nicolò, talento cristallino, in azzurro fino a ora ha sempre faticato, un po’ per mancanza di opportunità, un po’ per qualche atteggiamento poco gradito dall’allenatore. Ma ora tutto è azzerato, dovrà cogliere l’occasione e dimostrare forza nonostante questa partita non abbia significato.

A sinistra, Raspadori (o Pellegrini), che in questi mesi dovranno studiare da vice Insigne, ormai con la testa in Canada. Anche il centrocampo ha perso i pezzi, Jorginho e Verratti saranno sostituiti da Cristante, l’uomo buono per tutte le gestioni, più Tonali e Pessina, e tutti e tre, chi con un ruolo più centrale, chi con uno più marginale, saranno presenti nella nuova Italia post disastro.

Proprio Verratti, come Berardi e Donnaruma, è tornato a parlare dopo il silenzio di rabbia. «Non penso che il miglior modo sia di insultare tutti perché ognuno di noi ha dato il massimo (purtroppo non è bastato). Soprattutto i più giovani lasciateli tranquilli: se proprio volete insultate noi più grandi. Il calcio è la nostra passione e sono sicuro che continueremo a dare il massimo per toglierci ancora delle soddisfazioni tutti insieme», la sintesi del suo discorso.

La difesa va ricostruita nei due centrali, Bonucci e Chiellini sono rimasti a disposizione ma non possono essere loro i difensori del futuro. Il probabile quartetto che vedremo domani in Turchia? De Sciglio, Acerbi (o Bonucci), Chiellini e Biraghi, questi sono stati provati ieri. Ecco, qui siamo proprio al provvisorio. Il futuro parlerà un’altra lingua.



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