Luigi Di Biagio

(Il Messaggero – U. Trani) L’Italia, dopo più di 21 anni, si presenta a Wembley per sfidare l’Inghilterra. La sera del 12 febbraio 1997, nel vecchio stadio poi demolito nel 2003 e nuovamente inaugurato nel 2007, bastò la rete di Zola per battere la nazionale di Hoddle. Non fu sufficiente però per andare direttamente al mondiale. Ma quella volta gli azzurri non inciamparono nei playoff e si qualificarono per l’edizione del 1998 in Francia. In panchina, a Londra, Cesare Maldini che, non a tempo come Gigi Di Biagio, fu promosso pure lui dall’Under 21. Adesso, invece, regna la precarietà, con il futuro del nostro calcio ancora da scrivere. Così la sfida, organizzata con largo anticipo come test per la competizione in Russia, avrà questo valore solo per il gruppo di Southgate, come è successo del resto martedì a Manchester per l’Argentina. Noi siamo fuori gioco, eliminati dopo 60 anni dalla fase finale. E, per dare un significato a questa notte, bisogna solo guardare all’immagine, evitando l’ennesima figuraccia in campo internazionale.

ESAME INDIVIDUALE – Non è certo il match degli esperimenti (a parte la Var), anche se l’Italia sarà diversa, negli interpreti, da quella scesa in campo prima del weekend all’Etihad Stadium. Rotazione scontata e soprattutto condizionata dall’interesse dei nostri club per il campionato e da qualche infortunato tra i convocati (Verratti non ha recuperato e Spinazzola, trauma al ginocchio destro, è già rientrato a Bergamo). Alla fine, sotto i riflettori, finisce solo Di Biagio. Non sarà, insomma, giudicata la Nazionale, ma il suo ct ad interim. Nel 97 a Wembley entrò in campo da titolare proprio Billy Costacurta che, oggi vice commissario della Federcalcio, ha ricevuto il mandato di scegliere, per la rifondazione del nostro movimento, il successore di Ventura. Non Di Biagio, chiamato solo per queste 2 amichevoli inglesi e già allertato per continuare l’avventura solo nello staff tecnico di chi dal 20 maggio riceverà il nuovo incarico. L’attuale ct, pur conoscendo di essere già ex prima ancora di affrontare l’Argentina e l’Inghilterra, recita comunque da candidato insieme con Ancelotti, Conte e Mancini. Ha l’appoggio dai giocatori e dalla stessa Figc. E anche se quelle che sente sono solo parole, si vuole giocare la sua grande chance. Non gli importa se poi sarà la sua ultima partita da ct. Anche se avrebbe voluto fare lo stesso percorso di Lopetegui e proprio di Southgate (battuto 3 a 1 nell’Europeo in Repubblica Ceca del 2015) che come lui hanno fatto la gavetta nell’Under 21. Loro saranno al mondiale con la Spagna e l’Inghilterra.

PORTA APERTA – Avanti, dunque, con il 4-3-3 usato a Manchester. Di Biagio, nervoso alla meta, si tiene stretto il suo sistema di gioco e al tempo stesso dà spazio ad altri giocatori. A cominciare dal portiere: con Buffon in panchina, ecco che il capitano passa il testimone a Donnarumma e non a Perin. La scelta, anche se non definitiva, farà comunque discutere. Sarà contento Raiola che, dopo le convocazioni per queste 2 amichevoli, offese il ct per aver chiamato Buffon (e per aver escluso Balotelli). Entrano anche Darmian, Pellegrini e Candreva. Belotti, invece, è in ballottaggio con Immobile. Il centravanti titolare avrà comunque il compito di interrompere il digiuno suo e dei compagni: l’Italia non fa centro da 3 partite, come accadde con Prandelli nel 2012.



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