Ventura, pur guardando dritto verso la Russia, è obbligato a pensare soprattutto alla Spagna. L’Italia si giocherà la qualificazione diretta al mondiale il 2 settembre affrontando la nazionale di Lopetegui in trasferta. «Abbiamo fatto qualche piccolo passo avanti» ha chiarito il ct, dopo il successo di Palermo contro l’Albania che è anche il 1° in casa da quando non c’è più Conte sulla panchina azzurra. Lo ha sottolineato, senza giustamente esagerare con l’ottimismo, per elogiare i suoi giocatori, disponibili e umili nell’interpretazione del nuovo assetto. I prossimi 5 mesi saranno decisivi per presentarsi più pronti allo scontro diretto. Oggi il gap è evidente. Gli interpreti sono ancora nella fase di svezzamento e il sistema di gioco in quella di collaudo.
RISULTATO UNICO – L’Italia parte sfavorita e Ventura non lo scopre certo al 5° match delle qualificazioni mondiali. Non vanno fatti calcoli (e, per certi versi, è meglio): per il primato nel gruppo G e quindi per la promozione senza passare dal play off bisogna battere la Spagna. Che ha a disposizione 2 risultati su 3, grazie alla migliore differenza reti (più 8). Da qui al 2 settembre del resto la situazione, con una partita da giocare l’11 giugno e prima dello spareggio, non può cambiare. Il sorpasso non fa parte del programma di avvicinamento alla Grande Sfida. Ventura ospiterà il Liechtenstein, Lopetegui andrà in Macedonia. Sono successi scontati e, quasi sicuramente, saranno accompagnati da raffiche di gol. Le 2 rivali, insomma, si presenteranno con gli stessi punti allo scontro diretto.
POCO ESPERTA – La Spagna è più matura. E, con 5 giocatori del Barça e 4 del Real tra i convocati, sa come si deve comportare. I blocchi delle big fanno la differenza nel 4-2-3-1 (o nel 4-3-3). Non si può dire la stessa cosa dell’Italia che, a parte i 4 della Juve (tra i quali c’è, comunque, l’acerbo Rugani che fa il panchinaro), è rappresentata dai 4 dell’Inter che si sono arresi già prima di Natale in Europa League: solo Gagliardini, essendo all’epoca ancora calciatore dell’Atalanta, ha evitato la figuraccia. Gli altri sono D’Ambrosio, Candreva, Eder. Meglio non soffermarsi alle loro presenze (il difensore è in attesa del debutto e va per i 29 anni). Ventura si deve accontentare di quello che passano i nostri club: Buffon, Barzagli, Bonucci e De Rossi. Più Verratti che, fatto il rodaggio in Champions, può spiccare il volo. Forse pure De Sciglio e Candreva che di coppe, però, poco si intendono. Presto il ct si augura di riavere Chiellini eMarchisio. Gli altri titolari hanno, invece, la necessità di mettere minuti di gare internazionali nei rispettivi curricula: da Zappacosta a Belotti, allo stesso Romagnoli. Immobile, miglior realizzatore del gruppo da quando c’è Ventura, all’estero ha fatto poco: a Dortmund e a Siviglia. Lo stesso Insigne, pur ispirato negli ottavi di Champions contro il Real, è solo ai primi passi. E diversi giocatori sono alle presentazioni e ai saluti, fuori dal campo e soprattutto in partita.
EQUILIBRIO RITROVATO – Serve, dunque, tempo per assemblare gli interpreti. E perfezionare il sistema di gioco. Il 4-2-4 va bene per il Liechtenstein e l’Albania, non per la Spagna. Possibile il ritorno al 3-5-2 come nella partita d’andata o al 3-4-3 come nell’amichevole del 15 novembre contro la Germania. Il 4-3-3 è la via di mezzo, da provare già martedì ad Amsterdam nell’amichevole contro l’Olanda: con Parolo in più a centrocampo, Insigne sarebbe sollevato dai compiti di esterno basso. La difesa, con i senatori (e Romagnoli di scorta), dà garanzie. Nelle ultime 3 gare non ha subito reti. Promosso Verratti, accanto a De Rossi. Come Zappacosta. E come il tandem offensivo (8 gol), con Belotti (3) e Immobile (5) che almeno si (ri)conoscono.
(Il Messaggero – U. Trani)
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