L’Italia di Ventura, giovane e anche sfrontata, ha il gol nel suo dna. Il 4-2-4 del ct, ancora da verificare (è stato utilizzato solo il 12 novembre a Vaduz contro il Liechtenstein), può contare sull’ispirazione degli attaccanti azzurri che, in Nazionale, dovranno confermare i numeri che li stanno accompagnando in campionato. E proprio il comportamento dei singoli, magari esaltati dal sistema di gioco che in serie A nessuno usa, potrebbe incidere nel testa a testa con la Spagna verso il mondiale del 2018. Il 1° posto nel gruppo G porta direttamente in Russia e la differenza reti, con la Roja di Lopetegui attualmente in vantaggio (più 7), rischia di diventare decisiva.

MARGINE DI CRESCITA La Spagna è, per ora, avanti. Ha subito appena 1 gol, l’Italia già 4, e in attacco gli specialisti iberici hanno raccolto 4 reti in più dei loro colleghi azzurri. Che, nelle 6 gare della nuova gestione tecnica, hanno sparato a salve solo il 15 novembre a Milano contro la Germania, digiuno che non pesa sulle qualificazioni europee. Il gap, fin qui, è relativo alla partita contro il Liechtestein: la Roja lo ha umiliato in casa (8-0); la Nazionale, invece, non ha esagerato a Vaduz (4-0). Ma non siamo nemmeno a metà percorso (giocati solo 4 dei 10 match) e la rimonta è ancora possibile. Anche perché Ventura, da agosto a oggi, ha preso atto di quanto il potenziale offensivo sia lievitato nel paragone con la stagione scorsa.

TIRO AL BERSAGLIO Il ct ha individuato veri e propri tiratori scelti. I suoi attaccanti, guardando alla media realizzativa in quest’annata, si stanno comportando meglio di quelli che Conte portò a Euro 2016. Basta mettere vicino le cifre delle punte chiamate in causa per rendersi conto dei progressi fatti negli ultimi mesi. La differenza, con altre partite da giocare, è già di 20 reti. Il ct precedente puntò, in Francia, soprattutto su 5 giocatori offensivi. I titolari Eder (13 gol in 33 partite) e Pellè (11 in 30) lasciarono però poco spazio a Insigne (12 in 37), Immobile (7 in 22) e Zaza (5 in 19). Il raccolto dei 5, prima di sbarcare a Montpellier, non è stato esaltante: 48 reti in 141 gare. Ventura, invece, ne conta già 68 in 124. Merito dell’ottimo rendimento del capocannoniere Belotti (22 gol in 26 match) di Immobile (17 in 28). Ma anche del risveglio di Insigne che, con la doppietta all’Empoli, ha appena eguagliato il bottino del torneo scorso (12 in 28), della continuità di Bernardeschi (10 in 25) che domenica sera ha dovuto rinunciare alla convocazione per il fastidio alla caviglia e dello «straniero» Sansone (7 in 17). Dal conteggio teniamo fuori Petagna (5 in 25), convocato in extremis al posto di Gabbiadini (7 in 17, come Sansone) e da considerare centravanti dell’Under 21, ed Eder (4 in 24), ormai riserva nell’Inter e anche qui.

OPZIONE DUO Il salto in alto degli attaccanti è stato propiziato dal tandem Belotti-Immobile. Il ct, dopo averli verificati con il Torino nella seconda metà del campionato passato, li ha lanciati in azzurro. Pure se separati in serie A, con. Il secondo passato in estate alla Lazio, si stanno confermando coppia di fatti: sono loro 7 degli 11 gol segnati dall’Italia nelle 4 gare delle qualificazioni mondiali (3 Andrea e 4 Ciro, con una doppietta a testa). Le altre 4 reti, invece, le hanno firmate Candreva (2), De Rossi (1) e Pellè (1), quest’ultimo uscito dal giro azzurro (paga la scelta della lontana Cina e lo scontro con Ventura in Italia-Spagna a Torino).

DUBBIO IN DIFESA Bonucci, intanto, non ha la certezza di essere disponibile venerdì contro l’Albania. ha saltato le 2 sedute di allenamento per un attacco influenzale (gastroenterite). Ventura, pur provando Barzagli e Romagnoli nel 4-2-4, spera di recuperare Bonucci per la partita di Palermo.

(Il Messaggero – U. Trani)



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