Scaricato tre volte sull’autostrada del mercato, ha sempre ritrovato la via di casa. Evidentemente una mano invisibile tiene allacciata la cintura di Juan Manuel Iturbe con la Roma. Poteva essere di tante squadre, Iturbe, è rimasto anche stavolta, nonostante le aspettative di una stagione di rincorsa.

RAGIONI E’ rimasto perché è un pupillo di Sabatini – Iturbe lo chiama affettuosamente Walter – ma anche perché è stato Spalletti a scommettere sul suo rilancio. Già a gennaio, appena risalito sul ponte di comando, l’allenatore chiese ai dirigenti il motivo della cessione, ancorché temporanea, al Bournemouth. Avrebbe voluto valutarlo, prima di lasciarlo andare. Lo stesso, grosso modo, è successo il 31 agosto, a fine mercato, come svelato dal Lione. La Roma accetta la separazione, ancora in prestito. Iturbe si convince a rimettersi in gioco nel campionato francese, dopo aver provato Portogallo e Inghilterra. Ma a due ore dalla sirena di chiusura, Iturbe viene tolto dal mercato. Perché? Perché a Spalletti piace.

PRECEDENTI L’estate scorsa, refrain simile. Accordo fatto tra Genoa e Roma, Iturbe saluta commosso i compagni a Trigoria, poi l’affare viene ibernato. Stavolta per decisione di Sabatini, che chiede personalmente scusa a Enrico Preziosi. «Mi dispiace, ma mi è venuto il dubbio che rinunciando a Iturbe avrei indebolito la Roma». Il dubbio sembrava scomparso dopo il semestre al Bournemouth, che per Iturbe è durato 55 minuti in Premier League e 133 nella Fa Cup. Eppure al ritorno alla base, in molti hanno pensato che fosse sbagliato spedirlo altrove. Meglio rivitalizzarlo invece, in mancanza di alternative convenienti.

BOOM Si saprà solo alla fine se la Roma ha davvero sbagliato a investire circa 25 milioni su questo giocatore, bruciando in volata la Juventus che nell’estate 2014 aveva trovato l’accordo con il Verona e ottenuto la disponibilità del giocatore. Di sicuro, oggi, fa effetto pensare che Iturbe abbia conquistato il podio nella gara virtuale tra gli acquisti più costosi della storia della Roma, oltre che il primato tra gli acquisti della società americana: Iturbe è il terzo di sempre insieme con Vincenzo Montella, dietro soltanto a Batistuta e Cassano. Questo forse spiega anche le immense aspettative che il suo arrivo aveva costruito. A soli 21 anni, aveva il dovere di essere subito decisivo.

OPZIONE Le cose poi sono andate diversamente. La gemma contro la Juventus e il gol nel derby da Champions non sono bastati come giustificativo per una spesa tanto alta. Ma non è mai troppo tardi per cambiare il destino: Iturbe è un ragazzo del 1993 che ha dimostrato una buona predisposizione a rimettersi a correre anche a costo di partire da capo, «perché giocare nella Roma per me è speciale». In questo caso, tra l’altro, ricomincia con un vantaggio psicologico: a differenza di due anni fa, nessuno si aspetta più niente da lui. Magari proprio lavorando nell’anonimato, riuscirà a guadagnarsi la fiducia smarrita tra panchine, trasferimenti saltati e occasioni mancate.

(Corriere dello Sport – R. Maida)



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