(La Repubblica – M. Pinci) Da calciatore la Roma l’ha eliminata due volte, eppure oggi che le partite le commenta sul Telegraph, uno spiraglio per Di Francesco lo lascia aperto. Jamie Carragher, mito del Liverpool di cui è stato capitano e bandiera, non se l’è sentita di recitare il requiem per i giallorossi, neanche dopo quella sconfitta bruciante rimediata ad Anfield. Forse, l’effetto Barcellona, forse solo un po’ di scaramanzia.
Carragher, crede davvero che la Roma possa ancora giocarsela?
«Di certo per lei non sarà facile dopo aver perso in trasferta per 5-2. Per il Liverpool questo successo è un grande risultato, anche superiore alle attese, ma nel finale forse ha allentato un po’ la tensione. Per questo non è chiusa. Credo che una piccola possibilità la Roma ce l’abbia ancora, giocando all’Olimpico».
Pensa alla rimonta con cui ha rovesciato il risultato dell’andata ai quarti?
«Certo, ma attenzione, il Liverpool è diverso dal Barcellona. La Roma deve stare attenta perché fare 3 gol stavolta secondo me non le basterà, credo che almeno un gol la squadra di Klopp riuscirà a metterlo a segno, con questo Salah».
A proposito di Salah: oggi forse è uno dei migliori giocatori al mondo. Se lo aspettava quando l’ha visto arrivare in estate proprio dalla squadra giallorossa?
«È stato un grande acquisto, soprattutto perché è costato poco. Ci hanno fatto un bel regalo».
E la Roma di oggi invece che impressione le fa? È come se la sarebbe aspettata da fuori?
«Credo sia una squadra che ha una buona organizzazione difensiva. In Italia che si dice di Di Francesco?».
Che lavori molto sulla tattica.
«Sì, mi pare che Di Francesco abbia lavorato molto bene in questo senso».
Magari ad Anfield non si è visto granché. Certo la vittoria del Liverpool contro la Roma non è una novità: oltre alla sfida storica dell’84, passò anche nel 2001 e nel 2002, quando in campo c’era lei, ma anche Totti.
«Francesco l’ho incontrato prima della partita, ci siamo salutati nel tunnel, mi ha fatto molto piacere vederlo».
Avete parlato di quelle partite?
«No, ma me la ricordo quella Roma, c’era Fabio Capello. Furono due belle partite. Se non ricordo male nel 2001 l’arbitro diede loro un rigore salvo poi rimangiarselo dando calcio d’angolo. Fu molto strano».
A Roma protestarono molto. Voi in campo che idea vi eravate fatti di quello che era successo?
«Ricordo che un giocatore della Roma non si accorse del fischio e corse con il pallone verso la bandierina del corner, traendo in inganno l’arbitro».
Era Batistuta, che non si era accorto del rigore concesso.
«Sì, forse fu un po’ pollo. Ma mi metto anche nei panni dell’arbitro: non è mai facile dare un rigore proprio sotto la Kop».
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